Il popolo del Pd ha scelto Bersani "farò il leader, ma a modo mio"

Dalla Rassegna stampa

«Siamo sicuramente oltre il 50 per cento». Alle dieci di sera una nota del Comitato di Pier Luigi Bersani rompe gli indugi e anticipa i risultati degli scrutini. La vittoria di Bersani nelle primarie per l’elezione del segretario del Partito democratico viene confermata pochi minuti dopo da Dario Franceschini. Il leader uscente è arrivato secondo seguito da un Ignazio Marino in forte crescita rispetto al primo turno. Il voto ha visto la partecipazione di oltre due milioni e mezzo di elettori, un’affluenza eccezionale che ha provocato qualche ritardo negli scrutini.

Scongiurato dunque il pericolo di un ballottaggio a due davanti all’assemblea nazionale. Franceschini e Bersani avevano annunciato che avrebbero rispettato il responso degli elettori, considerando vincitore chi ha ottenuto un voto più dell’altro nelle primarie. Ma non ce n’è stato bisogno. In serata si annuncia anche la sconfitta di Sergio Cofferati, candidato in Liguria per la mozione Franceschini, distaccato di venti punti da Lorenzo Basso. Un ulteriore colpo messo a segno da Bersani.

Grande l’entusiasmo per l’affluenza. La chiusura dei seggi era prevista per le 20, ma a causa delle file, soprattutto al Centro sud, si è continuato a votare fino alle 21. L’organizzatore Maurizio Migliavacca ieri mattina fissava il suo pronostico personale in 2,6 milioni di votanti. Cifra non molto diversa da quella che risultava in serata: inferiore a quella che fu comunicata nel 2005 per Romano Prodi (4,3 milioni) e nel 2007 per Walter Veltroni (3,5), ma comunque al di sopra delle aspettative. Un successo di partecipazione subito rivendicato dai dirigenti del Pd. Rivendicazione non solo entusiastica ma anche polemica, visto che proprio il meccanismo del doppio turno, con il primo di qualificazione riservato agli iscritti e il secondo agli elettori, aveva suscitato più di una critica.
Alle 11.30 avevano votato 876.570, alle 17 il dato saliva a quasi due milioni per arrivare a superare i due milioni e mezzo. Il più alto numero di elettori si è registrato in Lombardia ed Emilia Romagna. Affluenza in calo inizialmente in Lazio, dove sembra essersi sentito l’effetto Marrazzo. Ma Migliavacca, in serata, smentiva crolli particolari.

Entusiasti per l’affluenza i leader. Franceschini in mattinata è andato a Castellammare di Stabia, dove un consigliere del Pd è stato ucciso nel febbraio scorso da un commando camorrista composto da un altro iscritto al partito. Poi il voto a Roma: «Ringrazio tutti, è una grande festa della democrazia, a prescindere da chi stiano votando». Bersani è andato a votare a Piacenza: «Le primarie hanno risvegliato la nostra gente e consolidato la convinzione che noi siamo la normalità». Soddisfatto anche Marino: «Un dato straordinario che segnala la voglia di novità del partito»

Qualche problema si è verificato a Messina, Roma, Napoli e Massa, ma l’episodio più grave è avvenuto a Trieste dove in un seggio è stato trovato un caricatore di pistola vuoto, con minacce contro l’europarlamentare Debora Serracchiani, candidata alla segreteria regionale del Pd del Friuli Venezia Giulia.

Nell’ultima giornata è arrivato anche l’endorsement a sorpresa di Nanni Moretti, che ha annunciato il sostegno a Franceschini. Lo stesso candidato sostenuto da Fassino e Rutelli, dirigenti che Moretti attaccò dal palco di piazza Navona nel 2002 («con questi dirigenti non vinceremo mai»). Franceschini ha apprezzato la dichiarazione: «Ora dirò qualcosa di sinistra». Ma neanche l’aiuto estremo di Nanni è servito a ribaltare la situazione.
 

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