Per il popolo dei «no» obiettivo 4%

Della manifestazione romagnola di Beppe Grillo l'unico aspetto importante sul piano politico è la riaffermata volontà di andare avanti da soli. «Non faremo alcuna alleanza con alcun partito. Su questo siamo categorici». Tali le esplicite espressioni usate dal comico, il quale ha ribadito di cercare semmai intese con comitati civici, quali i No Tav torinesi o i No Dal Molin di Vicenza. Tutto il resto, partendo dalle solite e irrisolte dispute sul numero dei presenti (100mila? 70mila? 50mila?), conta ben poco. Il dato di fatto, confermato in maniera solenne e difficilmente smentibile in futuro, è che il Movimento 5 Stelle (tale la dizione del partito di Grillo) si presenterà alle elezioni, sia amministrative sia politiche, osteggiando destra e sinistra. Un po' come la Lega nel '96, quando si schierò contro, insieme, al Polo e all'Ulivo (il «Pulivo»). Nel Pd già si sentono stramaledizioni.
Alla manifestazione si è fatto vedere Pippo Civati, consigliere regionale democratico in Lombardia, considerato un emergente (invero, è già emerso da anni) fra i trentenni che vogliono far piazza pulita degli eterni reggitori del partito. E nemmeno sono contenti i vari Di Pietro, Ferrero, Diliberto, Vendola, Pannella, e insomma i numerosi "alternativi" dei frammenti, schegge e movimenti che stanno nel centro-sinistra. Grillo, d'altro canto, per rastrellare voti, soprattutto per attrarre elettori giovani dalla tentazione dell'astensionismo, deve far polemica con tutti i partiti e tutti i politici. Silvio Berlusconi deve attaccarlo né più né meno di Pier Luigi Bersani; deve opporsi a Umberto Bossi come a Piero Fassino, a Gianfranco Fini come ai Letta zio e nipote. Più si distanzia, più può portare a casa. Alle politiche, ha dichiarato esplicitamente di puntare su venti o trenta deputati: il che significa che egli spera di passare l'asticella del 4% (finora, tuttavia, i sondaggi lo danno a metà strada). Alle amministrative, i disastri potrebbero essere più rilevanti, come del resto già si è visto. Il dichiarato richiamo a gruppi di protesta locali può favorire Grillo. Segnatamente, le liste del comico genovese infastidiranno non poco il centro-sinistra. Molto, però, dipenderà dalla capacità anche tecnica di presentare le liste, perché ben pochi, fra i grillini impegnati, sono capaci di affrontare le complicazioni burocratiche.
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