Polverini, un caffè con Fini. "La tessera del Pdl? Mai presa una"

Dalla Rassegna stampa

Però che ingrata Renata Polverini. Berlusconi si sta spendendo per lei a più non posso, ha spedito lettere private a tutti i cittadini del Lazio, messo la sua faccia su spot e manifesti, la sponsorizza in ogni intervista tv - e la candidata del centrodestra che fa? Non solo organizza un incontro con Gianfranco Fini, la prima uscita elettorale del presidente della Camera che smonta le accuse di sabotaggio mosse dai nemici interni, ma ribadisce pure di non avere alcuna intenzione di iscriversi al Pdl:
«Sono una persona che non ha mai preso una tessera di partito e ad oggi non ce l’ho ancora», ha confermato ieri l’aspirante governatrice. Aggiungendo, a chi la incalzava se intendesse farlo in futuro: «Io sono Renata Polverini, intendo questo». Due dispiaceri al premier in un colpo solo. Non proprio un buon viatico per la chiusura trionfale affidata stasera al Cavaliere, che nel Salone delle Fontane all’Eur terrà il comizio finale dopo l’intervista della segretaria Ugl a Maurizio Costanzo, delegato del sindaco Gianni Alemanno alla comunicazione sociale e ormai gran cerimoniere del centrodestra romano.
L’inquilino di Montecitorio è il primo ad arrivare all’Hotel delle Nazioni, la sua candidata non c’è ancora, via al bar per un caffè. Qualche minuto ed ecco Renata: una veloce stretta di mano, niente baci stavolta, un po’ di contegno istituzionale. «Io sto sempre in prima fila!», scherza lei a proposito della sua contestata presenza fra le autorità alle Fosse Ardeatine. Intanto, nella saletta accanto, il pubblico scalpita per ascoltare il Finipensiero sul tema del giorno: giovani e futuro. Lui si concede. Prima, però, fa endorsement per la sindacalista a lui tanto cara. Partenza bipartisan, finale da tifoso.
«Desidero come cittadino, ancor prima che come presidente della Camera, ringraziare Renata Polverini, Emma Bonino e Marzia Marzoli per il buon esempio dato in campagna elettorale», premette.
«Tre donne candidate alla guida di una delle regioni più importanti d’Italia che hanno fatto una campagna di grande concretezza e sensibilità, com’è tipico del genere femminile», dando vita a «un confronto sereno e fermo fra programmi diversi, che premierà l’affluenza». Una buona ragione per andare alle urne: «Mi auguro che l’impegno delle tre candidate sia ricompensato da una massiccia partecipazione elettorale», è l’appello della terza carica dello Stato. Tanto più che il voto di domenica, seppur «per molti aspetti politico, servirà a governare una regione, non l’intero pianeta», ironizza. Da qui l’invito «a non disertare l’appuntamento, tutti hanno capito che si può votare in base alle proprie opinioni» e il pasticcio sulla lista «non influirà». Perciò «è doveroso essere ottimisti», dice Fini, «Polverini può vincere anche se il Pdl non c’è. Il suo background è garanzia di buona politica». E, poi, in privato: «Ce la fai, ce la faremo». Renata sorride, d’accordo quasi su tutto: «Non mi pare che abbiamo avuto tutte lo stesso stile». Bonino è avvertita.

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