Polizie di natale

Il tema degli extra-comunitari rappresenta una delle frontiere più delicate che attraversano lo schieramento della maggioranza. Da una parte Bossi e la Lega dettano tempi e modi della politica anti-emigrazione, il cui apice è stato raggiunto con la legge sul reato di clandestinità, dall’altra il Presidente della Camera, Gianfranco Fini, che sta da tempo cercando di definire una politica di destra incentrata sulla difesa delle garanzie costituzionali e dei diritti civili. Nell’incontro con una comunità d’immigrati alla periferia di Roma, Fini non ha esitato a definire “stronzo” chi insulta (“usa qualche parola di troppo”) qualcuno perché extracomunitario. Il termine non appartiene certo al vocabolario delle istituzioni, peraltro ultimamente decisamente degradato, e per molti aspetti rappresenta una forma di retorica demagogica che attira l’attenzione dei media, ma non contribuisce a dare autorità e peso al discorso, decisamente serio e responsabile, che stava facendo.
Certo, però, il tono segnala un’escalation nel clima di tensione creato attorno al problema degli immigrati. Un esempio recente ci è fornito dall’operazione White Christmas. Questo è il nome dato all’operazione di espulsione dei clandestini a Coccaglio, in provincia di Brescia. La denominazione secondo il sindaco è assolutamente casuale, addirittura scherzosa e ha origine da “coincidenze cronologiche”. Ma sono proprio queste coincidenze che fanno dubitare della casualità della proposta. Controllare con un’operazione porta a porta la presenza di irregolari è un’iniziativa che chiunque abbia un briciolo di lucidità politica non farebbe mai alla vigilia della festa per eccellenza della Cristianità.
Scegliere un periodo a ridosso del Natale per espellere persone, la cui unica colpa è quella di non essere in regola con il permesso, non è esattamente una mossa politicamente astuta. “È solo un’operazione di anagrafe – ha detto l’assessore alla sicurezza - non certo un’operazione di Polizia: stiamo semplicemente applicando un decreto del 1989 e la recente legge sulla sicurezza che ha fissato in 6 mesi il periodo di tolleranza dalla scadenza del permesso". In realtà così non è: “White Christmas” è stata programmata proprio per “pulire” le strade di Coccaglio in occasione delle festività, tanto è vero che l’assessore della ridente cittadina aveva già pronta una dotta disquisizione sul significato del Natale con cui non ha esitato a lanciarsi in una contestazione dell’interpretazione delle autorità ecclesiastiche: "Natale non è la festa dell'accoglienza – ha detto l’aspirante teologo – ma della tradizione e dell’identità cristiana". Troppa identità, verrebbe da dire. Semmai l’impressione è che, approfittando dell’attuale quadro legislativo e dei maggiori poteri concessi ai sindaci, la Giunta di Coccaglio abbia deciso, proprio a Natale, di dare forma al populismo razzista che invoca misure di espulsione degli extra comunitari, nell’infantile desiderio di tornare ad una qualche mitizzata infanzia, in cui il Natale era la festa di quella che oggi appare loro un’integrità violata.
Il Populismo, come ha scritto lo storico Zanatta, nasce prima di tutto dalla nostalgia. Credo, infatti, che dietro queste scelte insensate, anche se legali, ci sia il tentativo di trasformare una categoria pre-politica, come quella del desiderio di ricongiungersi con un passato che non c’è, in azione politica. Non c’è nulla di più tragico di questa illusione: confondere i propri fantasmi del passato con un progetto politico di restaurazione di ciò che ci sembra sia stato bello, puro e ormai perso per sempre. Se così è, si potrebbe suggerire alla Giunta di Coccaglio di autotassarsi per completare l’opera. Si tratta, infatti, di dare una lauta ricompensa agli extracomunitari in regola affinché, per il periodo che va dal 24 al 26 dicembre, vadano da un’altra parte, in modo da permettere al Sindaco e ai suoi assessori di ricostruire lo scenario, come per un set di un film storico, del paese dei loro sogni. Poi basterebbe metterci sopra una boccia di vetro, un po’ di polistirolo e scuoterlo ogni tanto.
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