La polizia assedia piazza Taksim Istanbul sconvolta dalla guerriglia

LA NEBBIA dei lacrimogeni cala ancora su Istanbul. La polizia turca usa i gas, i blindati con i cannoni ad acqua, le granate stordenti, le manganellate per sgomberare per ben due volte Takism, la piazza nel centro di Istanbul simbolo della protesta contro il governo islamista: la prima alle 7.30 del mattino, la seconda poco dopo le 20. Ogni volta invano perché i manifestanti la riprenderanno. E non è solo Taksim a piangere per i lacrimogeni. La polizia - che ha schierato almeno mille uomini in assetto antisommossa - ha effettuato ieri anche un’incursione nel Gezi Park e ha battagliato per tutto il giorno nelle vie del centro, tra Harbiye, Taksim e Talimhane di fronte alle decine di migliaia di manifestanti che, a sera, hanno incendiato uno dei Torna, i blindati con idrante.
ALCUNI buldozer hanno rimosso le barriere improvvisate dai manifestanti, messe a protezione del parco, ormai trasformato in un ospedale da campo per i feriti negli scontri con la polizia. Il sindaco di Istanbul ha fatto sapere che la polizia continuerà «notte e giorno» l’azione di sgombero di piazza Taksim. Usa il pugno di ferro il premier Erdogan. Ieri ha avvertito: «Questa storia deve finire. I lavori a Gezi Park proseguiranno. Segheremo gli alberi di quel parco, saranno ripiantati in un altro posto. A quanti vogliono continuare con questi incidenti, dico: è finita. Non avremo più tolleranza contro questo inaccettabile attacco alla democrazia che ha fatto scappare gli investitori stranieri e ha danneggiato turismo ed economia». Dal capo dell’opposizione, Kemal Kilicdaroglu, arriva l’accusa: «Erdogan è un dittatore». Nel suo intervento il premier ha ammesso che in questi 12 giorni di proteste ci sono stati 4 morti («tre manifestanti e un poliziotto»), mentre le opposizioni parlano di oltre 5mila feriti. Oltre 300 solo ieri, 50 colpiti da proiettili di gomma, 12 da lacrimogeni alla testa. Cinque gravi.
IN SERATA scontri anche ad Ankara, dove la polizia è intervenuta con il lancio di lacrimogeni contro migliaia di manifestanti che protestavano in via Kennedy, una delle arterie vicino a piazza Kizalay, teatro di violenti scontri negli ultimi giorni. Ue e Usa protestano contro gli eccessi, ma senza alzare i toni. Ma la preoccupazione è molta. E se ne farà interprete anche il ministro degli Esteri Emma Bonino, che oggi interverrà alla Camera.
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