La politica ferma A2A sul nucleare

Dalla Rassegna stampa

Di grandi strategie si è parlato poco, piuttosto sembra aver prevalso la logica del diktat politico: A2A stia lontana dai temi scomodi, in primis il nucleare, e si concentri su come rimpolpare adeguatamente ogni anno le casse dei suoi principali azionisti, ossia il Comune di Milano e quello di Brescia. Quanto alla questione clou per il futuro dell'azienda, ossia la vicenda Edison, tutto è rimandato a settembre. Solo un veloce passaggio per precisare che al consiglio di sorveglianza, organo deputato a controllare le scelte strategiche della ex municipalizzata e espressione diretta dei grandi soci, sia riconosciuta adeguata voce in capitolo. Si è risolto così in un confronto di routine quello che era atteso come un vertice cruciale per il futuro di A2A, tanto che al tavolo erano schierati da un lato l'intera prima linea della società, dal presidente del consiglio di gestione Giuliano Zuccoli al numero uno del cds, Graziano Tarantini e i rispettivi vice, e dall'altro i grandi azionisti, ossia il sindaco di Milano, Letizia Moratti, e quello di Brescia, Adriano Paroli, affiancati dall'ex city manager milanese Giuseppe Sala (ora al vertice di Expo) e dal suo sostituto Antonio Acerbo, oltre che dal membro del consiglio di sorveglianza (area Lega), Gianni Castelli. Una sorta di «occasione mancata» per alcuni osservatori, che si aspettavano che dal vertice emergesse un fronte compatto manager-soci in vista del confronto con i francesi di Edf su Foro Buonaparte. Non è stato così, il nodo verrà affrontato a settembre mentre per ora l'unico risultato concreto sembra essere un freno alle ambizioni di largo respiro dell'azienda a favore di una visione più di breve periodo che premi la riduzione del debito, una maggiore attenzione alle necessità del territorio e dividendi più consistenti. Obiettivi, quelli dei Comuni, che sembrano legare poco con il sogno nucleare di Zuccoli. Innanzitutto, per gli sforzi economici che l'avventura richiederebbe e poi perché Milano si prepara ad entrare in clima elettorale e un tema scomodo come quello del nucleare rischierebbe di influenzare la campagna. Ad A2A è stato quindi chiesto di congelare, almeno per il momento, lo scottante dossier, o quantomeno di occuparsene sotto traccia senza darne eccessiva pubblicità. Sul tavolo, come riferito da Radiocor, devono piuttosto figurare come priorità il nodo del debito (comunque sceso al di sotto dei 4 miliardi con la cessione di Alpiq), l'attenzione alle esigenze del territorio e soprattutto i dividendi, che coni tagli previsti dalla Finanziaria rappresenteranno ossigeno puro per i Comuni. Insomma, una sorta di ritorno al passato per A2A che sembra però determinata, almeno per quanto concerne la vicenda Edison, a giocare una partita in attacco. D'altra parte, come ha dichiarato ieri il sindaco Paroli: «Così non si può più andare avanti». Certo, ha aggiunto il primo cittadino, ciò non vuol dire per forza «uscire dal capitale di Edison», può anche significare trovare un accordo con i francesi che renda realmente strategica la partecipazione trasformandola da finanziaria a industriale. Ciò comporterebbe però l'impegno delle parti, A2A da un lato e Edf dall'altro, nel ridefinire gli ambiti di attività di Foro Buonaparte. Il percorso è ancora tutto da tracciare. Nona caso, ieri, a margine del vertice con i sindaci Zuccoli si è limitato a dichiarare: «Abbiamo fatto una carrellata sulle cose da fare». Sul come dovranno essere fatte, il confronto è ancora aperto.

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