Poco impegno nel Pd? E' scontro Bernardini-Fioroni

Dalla Rassegna stampa

Settori cattolici del Pd contro la candidatura dì Emma Bonino nel Lazio? Rita Bernardini, apparsa in lacrime sul palco mentre la Bonino che riconosceva la sconfitta nella notte del voto, è l’unica radicale che azzarda anche un nome, quello dell’ex ministro dell’istruzione Beppe Fioroni. 
Emma Bonino ha avuto l’impressione "a un certo punto della campagna elettorale di non aver di fronte Renata Polverini, ma un’alleanza tra Berlusconi e Bagnasco" e di aver notato anche alcuni settori del Pd non particolarmente impegnati e generosi, anzi con qualcuno capace addirittura di remare contro. Magari rispondendo proprio all’appello dì Bagnasco, ma tra i Radicali l’unica che fa un nome è l’onorevole Rita Bernardini: "Che l’onorevole Fioroni non si sia particolarmente attivato per la provincia di Viterbo, dove l’ex ministro ha una certa influenza (il segretario del Pd là è Angelo Allegrini, proveniente dalla Margherita, ndr) mi pare cosa nota ed evidente. Poi, non so se abbia ‘risposto’ all’appello di Bagnasco, può anche non essere così, nel senso che si sarebbe comportato allo stesso modo anche se non fosse arrivato nessun diktat più o meno preciso da alte cariche vaticane. Detto questo, anche nelle altre province il Pd non si è mosso in modo serio quasi per niente". 
Beppe Fioroni, invece, respinge le accuse e rilancia: "Se tutti si fossero comportati come noi a Viterbo la Bonino sarebbe presidente del Lazio, basta guardare i dati, che non lasciano neppure il dubbio del voto disgiunto". Non si tratta per Fioroni "di una tesi, ripeto basta studiare i dati: siamo il primo Pd del Lazio (31,5% contro il 27% della provincia di Roma), siamo cresciuti di 4 punti rispetto alla lista Uniti nell’Ulivo delle Regionali 2005 e dì 5 punti rispetto alle europee 2009 (meno 3, però, rispetto alle politiche 2008, ndr)". Fioroni rivendica, quindi, "una campagna completamente dedicata al sostegno della candidata Bonino, è chiaro che non fossi entusiasta di quella candidatura quando è uscita, ma una volta  deciso quella è stata la strada: tanto che mi sono battuto, anche ferocemente, contro la mozione Bersani per mettere in lista un candidato cattolico, Angelo Cappelli, che ha intercettato possibili voti in fuga oltre ad aver creato una competizione interna in grado di farci arrivare al risultato ottimo che abbiamo  ottenuto in una provincia tradizionalmente di destra come quella di Viterbo".
Fioroni si toglie il classico diavolo per capello: "Con tutto il rispetto per gli amici Radicali se tutti avessero fatto come me - ripete - la Bonino avrebbe vinto, quanto alla Chiesa credo sia libera di rivolgersi alle coscienze quando vuole, anche in prossimità di una tornata elettorale". Non lo dice apertamente Fioroni, ma è evidente che la gestione Bersani di questi mesi non gli sia affatto piaciuta: "Bersani? Siamo tutti colpevoli, nessuno si può ritenere assolto. Abbiamo perso perché si è giocato con una gamba in meno: se il voto di protesta finisce all’astensione, alla Lega, all’Idv e a Grillo a noi è restato davvero poco per costruire l’alternativa". 

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