Pisapia: «Da qui parte la marea montante che cambierà l'Italia»

Dalla Rassegna stampa

«Al Palasharp non c'è stato il bagno di folla per Berlusconi: il leader populista sta perdendo il suo popolo. Se voleva un referendum non gli è andata bene. Sono convinto che Milano darà una notizia all'Italia: sarà la capitale del cambiamento». A una settimana dal voto, Nichi Vendola torna a sostenere Giuliano Pisapia, il primo candidato del centrosinistra milanese degli ultimi quasi vent'anni che «rischia» davvero di mandare a casa il sindaco di destra di turno, ovvero Letizia Moratti, da settimane anche nota ai milanesi come «la mamma di Batman» (per via dello scandalo edilizio della mega casa del figlio). Nella piazza antistante l'Arco della Pace, ieri pomeriggio, di gente ce n'è eccome, a migliaia per ascoltare il loro candidato insieme al leader di Sinistra, ecologia e libertà, gocce di quella «marea montante che sarà l'inizio del cambiamento per l'intero Paese», come dice Pisapia. Perchè, come urla qualcuno mutuando lo slogan dalle manifestazioni delle donne di gennaio la risposta dei milanesi accalcati (e accaldati) in piazza, ora come allora, è la stessa: «Adesso!». Stufi marci di pensarsi residenti nella capitale della padania, coscienti che del centrodestra a Milano non se ne può più, consapevoli che battere in casa Berlusconi significa batterlo nel Paese, costretti in una politicizzazione della tornata amministrativa che del resto lo stesso premier non smette di enfatizzare.

Energia
Lui, il candidato, e lo sa molto bene, una prima vittoria l'ha già portata a casa, e non stiamo parlando delle primarie: è riuscito a smuovere la palude della sinistra meneghina che a forza di dover votare il meno peggio si è rassegnata a non votare proprio, ha mobilitato migliaia di persone organizzate in comitati di quartiere e persino di condominio, liste civiche, semplici gruppi di volontari dal volantino sempre pronto. In altre parole: «Abbiamo riconquistato l'impegno di quanti si erano ritirati sull'Aventino», dice Pisapia. Un ultimo sforzo: «Adottate un indeciso, lo chiedo a ciascuno di voi», invita adesso, «l'impegno per questa settimana è convincere gli indecisi e i dubbiosi» (che, stando ai sondaggi, sono ancora parecchi).

Anche Vendola ne è convinto, il centrosinistra a Milano «ha già vinto una bella partita». «Questa era la capitale del berlusconismo – chiarisce - ma anche dello sconfittismo della sinistra. La vicenda delle primarie ha invece restituito forza ed energia a una coalizione che ha saputo allargarsi e convocare le migliori forze di questa città». «Il fatto che, nella capitale del berlusconismo,combattiamo per vincere e che la partita sia aperta è già il segnale di un avanzamento straordinario».

Del resto, «il malgoverno» della Moratti «fa intuire esserci un giudizio negativo da parte di tanta Milano perbene». «Siamo di fronte - prosegue il leader di Sel - al totale degrado di una città che da qualche anno ha cessato di essere quella capitale della modernità e dell'innovazione e che invece ha vissuto nelle spire di un provincialismo, di un localismo, di un malgoverno quale è stato quello di Letizia Moratti».

Mentre l'attuale vicesindaco Riccardo De Corato (ex An) ancora si bea dell'ennesimo sgombero Rom e se ne esce con l'idea di rimuovere la lapide all'anarchico Pinelli in piazza Fontana, Pisapia promette invece «aria pulita dentro e fuori dal Palazzo», cacciando innanzitutto «la casta che ha trasformato i cittadini in sudditi», costruendo strumenti per la lotta a mafia e 'ndrangheta. E parla di una «Milano a misura delle donne e dei giovani», ricorda che «i milanesi vogliono più cultura» e «uno sviluppo sostenibile che permetta un lavoro e una casa a tutti». Vista da qui, è già una rivoluzione.

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