Pillola dei cinque giorni dopo Arriva il primo via libera

Dalla Rassegna stampa

Primo via ibera da parte del Consiglio Superiore di Sanità per l'arrivo in Italia della 'pillola dei cinque giorni dopo', un farmaco che - ha stabilito la commissione - «rientra nella categoria della contraccezione d'emergenza e non è abortiva», ma per ottenerlo (dovrebbe essere messo in vendita in farmacia) bisognerà sottoporsi a un test precoce che escluda una gravidanza già in atto. Può essere assunto nei cinque giorni successivi al rapporto non protetto e non perde efficacia, a differenza della cosiddetta 'pillola del giorno dopo' che, in realtà, ha effetto nei 3 giorni successivi al rapporto, ma la sua efficacia diminuisce ogni 12 ore.

La pillola dei cinque giorni, a base di ulipristal acetato, ha ora ricevuto il parere tecnico positivo del Css ma non entrerà in commercio: perché questo avvenga occorre attendere un lungo iter che terminerà con il vaglio definitivo del consiglio di amministrazione Aifa, l'Agenzia italiana farmaco, che potrà sancirne la registrazione e quindi la commercializzazione. Una procedura, insomma, che si prospetta ancora molto lunga, come auspicato dai cattolici. Monsignor Elio Sgreccia, presidente emerito della Pontificia Accademia per la vita, bolla la pillola (che è stata approvata dall'autorità farmacologica europea nel 2009 ed è già in commercio in Gran Bretagna, Francia, Germania e Spagna) come «un aborto di raffinata malizia: intercetta il processo di impianto già iniziato e quindi un essere vivente. Mi auguro che questa deliberazione venga respinta dal governo». Gli fa eco il sottosegretario alla Salute, Eugenia Roccella, che puntualizza: «Il Css ha specificato che la pillola è compatibile con la legge 194 se c'è un test che elimina ogni dubbio di gravidanza in atto». I Radicali, invece, festeggiano il primo via libera e chiedono che venga messa in commercio in tempi brevi.

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