La pillola e la Chiesa

Dalla Rassegna stampa

Quarantott’ore dopo la vittoria, Roberto Cota - il nuovo governatore leghista del Piemonte - ha ringraziato quelli che hanno permesso la sua elezione. Tra loro c’è la chiesa. Cota ha annunciato che si opporrà alla somministrazione della pillola abortiva Ru486. Una settimana prima delle elezioni, il cardinale Angelo Bagnasco aveva invitato gli elettori a votare tenendo conto delle posizioni dei candidati su "valori non negoziabili", sconfessando l’ex governatrice del Piemonte, Mercedes Bresso, che era favorevole a una somministrazione meno regolamentata della Ru486. Ma l’avvertimento era rivolto anche alla candidata del centrosinistra nel Lazio, Emma Bonino. Come Bresso, Bonino ha perso per poche decine di migliaia di voti.
C’è da chiedersi se la posizione della chiesa abbia favorito l’elezione dei candidati del centrodestra in queste due regioni. Secondo i sondaggi, solo il 3 per cento degli italiani vota in funzione delle convinzioni religiose, ma queste vittorie di misura fanno riflettere. Anche Cota ne sembra convinto. "Sono per la difesa della vita", ha dichiarato di recente in tv. E la sua proposta sulla pillola Ru486 è stata subito ripresa da Luca Zaia, il nuovo governatore leghista del Veneto.
L’asservimento alla chiesa è un fenomeno nuovo per la Lega nord, che ha costruito la sua identità su rituali pagani. L’avvicinamento sembra più legato a questioni contingenti che a una fede sincera. La Lega mira alla poltrona di sindaco di Milano nel 2001 e sa bene che avrà bisogno dell’appoggio delle autorità ecclesiastiche. Adesso sembra aver trovato la strada giusta ?

© 2010 Internazionale (trad. da Le Monde). Tutti i diritti riservati

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