Piena intesa sul futuro

Una telefonata di John Elkann e una lettera di Sergio Marchionne indirizzata al presidente Napolitano. Ecco la via scelta ieri dalla Fiat per chiarire la propria posizione al Presidente della Repubblica che, in una lettera inviata martedì ai tre operai dello stabilimento di Melfi sospesi dall'azienda e reintegrati dal Tribunale di Potenza, aveva espresso «il vivissimo auspicio - che spero sia ascoltato anche dalla dirigenza della Fiat - che questo grave episodio possa esser superato, nell'attesa di una conclusiva definizione del conflitto in sede giudiziaria».
Nella lettera «personale» inviata ieri a Giorgio Napolitano, Sergio Marchionne - nella sostanza ha ricapitolato i termini della delicata questione aperta, motivando le ragioni dell'azienda e rassicurando il Capo dello Stato circa il fatto che la Fiat non ha né intenzione né interesse al permanere di uno stato di tensione in fabbrica. L'amministratore delegato di Fiat - che farà rientro oggi in Italia da Detroit - ha anche illustrato a Giorgio Napolitano la linea alla quale si atterrà l'azienda da qui in avanti: massimo rispetto, naturalmente, per le decisioni della magistratura, qualunque esse siano; ma anche difesa della scelta fatta con il tipo di reintegro adottato nei confronti di Giovanni Barozzino, Antonio Lamorte e Marco Pignatelli, che è nel solco della prassi solitamente seguita da ogni azienda in attesa del pronunciamento finale dei giudici.
Invece John Elkann ha parlato direttamente con Napolitano, e lo ha chiamato al Quirinale per un colloquio che si è poi rivelato cordiale e chiarificatore. Il presidente della Fiat non ha nascosto al Capo dello Stato una certa sorpresa per come giornali e tv hanno interpretato la lettera del Presidente della Repubblica: e cioè un prender parte delle ragioni dei lavoratori contro quelle dell'azienda. «Cercare e trovare soluzioni di lungo periodo di fronte alle difficoltà del momento e alle tensioni che talvolta ne derivano - ha spiegato Elkann al Capo dello Stato - è l'auspicio di tutti, Fiat in testa».
Ed è appunto a questo obiettivo che l'azienda orienterà i propri comportamenti nella nuova fase apertasi. Un chiarimento, se vogliamo dir così, lo ha fornito anche il Presidente della Repubblica: l'intenzione del Quirinale, ha spiegato Napolitano, non era certo quella di scender in campo a favore dell'una o dell'altra parte in causa (per di più mentre sulla vicenda è atteso il pronunciamento definitivo della magistratura).
La questione cruciale, ha ribadito il Presidente a John Elkann, resta quella di superare non solo nel modo meno traumatico possibile il caso apertosi tra la Fiat di Melfi e i tre lavoratori, ma di farne l'occasione e il punto di partenza per il recupero di più serene relazioni sindacali. E intorno a tale esigenza, l'intesa registrata tra Quirinale e Fiat è stata assoluta.
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