Piazza Navona, si chiude ma è polemica sul divieto

Dalla Rassegna stampa

Il divieto e le polemiche. La notizia adesso è ufficiale: Gianni Alemanno ha firmato l'ordinanza per vietare eventi e manifestazioni a piazza Navona e a Fontana di Trevi. I sindacati protestano: «Mossa antidemocratica, la difesa dei monumenti è un alibi». Il sindaco replica: «I danneggiamenti non hanno nulla a che fare con manifestazioni politiche e sindacali, ma ci sono state notevoli lamentele negli anni per un uso eccessivo di piazza Navona, contro situazioni che hanno messo in difficoltà abitanti e commercianti». Motivazione che sembra contrastare con quanto detto in passato dal Campidoglio, che ha sempre parlato dell'ordinanza come «un atto di tutela verso il patrimonio artistico e culturale».

Il divieto è in vigore fino al 31 dicembre e non si applica al «Mercatino di Natale e festa della Befana» di piazza Navona, a pittori, ritrattisti e caricaturisti, agli artisti di strada, a riprese cinematografiche e televisive, agli eventi promossi ed organizzati dal Comune. Niente più sit-in e manifestazioni politiche, le ultime sono state quella di «Sel» del primo ottobre e quella di Usb e Cobas sfociata negli scontri tra manifestanti e forze dell'ordine: episodio che ha avuto il suo peso sulla decisione del Campidoglio.

L'ordinanza di Alemanno fa infuriare sindacati e centrosinistra. Dura Susanna Camusso, leader della Cgil: «La difesa dei monumenti è un alibi. Come a Termini Imerese c'è un'idea del sindaco di vietare le manifestazioni. Alemanno deve rassegnarsi: se guida la capitale, questo è anche il luogo delle vertenze e delle manifestazioni». Claudio Di Berardino, Cgil Roma e Lazio, aggiunge: «Alemanno straccia il protocollo sui cortei. Manifesteremo lo stesso, appellandoci ai principi della Costituzione». Critica anche la Uil Roma e Lazio: «Ma il problema del sindaco - dice Luigi Scardaone è tenere lontani i sindacati?». Centrosinistra all'attacco: «Alemanno ha la fobia delle manifestazioni. Durante i sit-in non ci sono mai stati danneggiamenti», dicono Umberto Marroni e Marco Miccoli del Pd. Soddisfatto Giuseppe Roscioli (Confcommercio): «La decisione di Alemanno è giusta e adeguata». II Pdl difende la scelta del sindaco: «L'ordinanza - dice Dino Gasperini, assessore alla Cultura - risponde alla volontà di tutela dei beni culturali».

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