Piano energetico nazionale per un nucleare trasparente - Lettera

Dalla Rassegna stampa

Il ministro dello Sviluppo economico ha detto che i siti delle nuove centrali nucleari saranno resi noti in primavera. A mio avviso, per decidere quante centrali nucleari costruire, bisogna preparare il piano energetico nazionale, poi lo studio di fattibilità per la valutazione dell`impatto ambientale e infine si potrà cercare di convincere le popolazioni che vivono nelle zone prescelte dal governo. Chi si oppone alla costruzione dovrebbe dire che propone in alternativa: il solare e l`eolico non possono dare l`energia di cui avremo bisogno e sono fonti aleatorie. L`industria, i treni e i frigoriferi, ad esempio, hanno bisogno di energia. elettrica anche di notte o quando c`è stasi atmosferica.

Mario Scarbocci
San Donato Milanese

 

Caro Scarbocci, i piani energetici nazionali sono stati fatti in passato e hanno raramente giovato alla coerenza della politica nazionale. Basti pensare alle quattro centrali previste dall`ultimo piano e spazzate via da uno sciagurato referendum che fu votato sull`onda delle paure provocate dalla catastrofe di Cernobyl. Ma lei ha certamente ragione. Occorrono un piano nazionale, che fornisca all`opinione pubblica i dati necessari per un giudizio ponderato, e un dibattito nazionale che non sia dominato da pregiudizi ideologici. Soltanto così il governo potrà aprire una campagna d`informazione e discussione con le popolazioni interessate. Le segnalo nel frattempo un articolo apparso il 13 dicembre sul Sole 24 Ore. E scritto da due parlamentari radicali, Emma Bonino ed Elisabetta Zamparutti, ed è molto critico. Ma non ha nulla da spartire con le affermazioni prevenute di certi esponenti del fondamentalismo ecologico. Bonino e Zamparutti hanno tesi argomentate e rispettabili a cui i nuclearisti dovranno dare risposte convincenti. Sostengono in primo luogo che la spesa sarà molto elevata: «25/30 miliardi per soddisfare, ben che vada a partire dal 2020, il 25% dei consumi elettrici attuali che corrispondono solo a circa il 4,5% di energia». E ricordano poi l`esistenza di un rapporto dell`Enea (l`Ente nazionale per l`energia atomica) che ritiene possibile ottenere grandi vantaggi e risparmi migliorando <d`efficienza energetica nell`industria, nel terziario, nel trasporto, nell`edilizia residenziale e nella produzione e trasmissione di elettricità». Nel solo settore dell`elettricità sarebbe possibile, secondo l`Enea, risparmiare una percentuale di energia pari al 21,6% dei consumi finali lordi del 2008. Non è tutto. Secondo Bonino e Zamparutti la strada tracciata dai reattori di ultima generazione si sta rivelando più accidentata e costosa del previsto. Ne hanno avuta una prova, recentemente, l`azienda francese Areva, impegnata con perdite impreviste nella costruzione di un grande reattore in Finlandia, e i progetti di Westinghouse per la Gran Bretagna. Per concludere, sostengono gli autori, è meglio puntare sull`efficienza energetica, sulle energie alternative e sulla ricerca. Per quanto bene argomentato l`articolo non mi ha convinto. Credo che l`energia nucleare presenti oggi almeno tre vantaggi. È la più pulita. È quella che maggiormente assicura l`indipendenza del Paese dai condizionamenti delle grandi potenze energetiche. Ed è quella che consente di mantenere e aggiornare uno dei più importanti laboratori scientifici e tecnologici della modernità. Quando Areva avrà risolto i problemi tecnici sorti durante la costruzione della centrale finlandese e l`americana Westinghouse avrà dato una risposta alle esigenze di sicurezza del committente britannico, le due aziende saranno ancora più avanzate di quanto siano oggi. L`Italia è stata, sul piano intellettuale e sperimentale, una delle prime potenze nucleari del mondo. Non è né giusto né opportuno che questo patrimonio di conoscenze venga dissipato.

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