"Petali di rosa" contro le mutilazioni genitali

Una strategia europea comune per l'abbandono delle mutilazioni genitali femminili e per assicurare alle donne che vivono nella Ue e hanno subito questo trattamento, e alle giovani che potrebbero subirlo, di ottenere assistenza e diritto d'asilo. È questo l'obiettivo della Rete “End Fgm”, coordinata da Amnesty International che riunisce 14 organizzazioni di 13 Paesi europei e che ha lanciato la petizione "Petali di rosa", affidata in Italia all'Associazione Italiana Donne per lo Sviluppo (Aidos). l'idea ha trovato in Italia il sostegno bipartisan di deputate come Emma Bonino e Mara Carfagna e, in Europa, 44mila firme di sostegno in due settimane. In questi giorni la rete si è riunita a Roma per fare il punto sulle prossime tappe. A partire dal monitoraggio del fenomeno, perché il numero delle donne che hanno subito mutilazioni e vivono in Europa è ancora sconosciuto. "Per ora abbiamo solo una stima che parla di 500mila donne - racconta Christine Loudes, coordinatrice della campagna a Bruxelles - a cui si aggiungono 180mila giovani che ogni anno rischiano le stesse mutilazioni". Motivo per il quale la rete è riuscita ad ottenere che l'Istituto europeo per l'uguaglianza di genere avvii una ricerca ad hoc. Non solo: "alle donne che rischiano persecuzioni nei loro Paesi - prosegue - bisogna assicurare il diritto d'asilo secondo la Convenzione di Ginevra", evitando così che molte ragazze siano riportate nei Paesi d'origine.
"Serve un quadro giuridico chiaro, perché al momento le misure non sono coerenti e basate sui diritti umani", sottolinea Loudes. Per questo la Campagna chiede investimenti in prevenzione, servizi sanitari alle donne e un piano di azione che faccia della lotta alle mutilazioni una priorità del fondo Ue "Daphne" sulla violenza contro le donne.
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