Pestati dagli agenti e ancora dentro

Dalla Rassegna stampa

 

A una settimana dal pestaggio e dal successivo arresto, si chiede ancora la scarcerazione di Stefano Gugliotta. E degli altri giovani che, a margine della partita Roma-Inter di mercoledì 5 maggio scorso, si trovano trattenuti in custodia cautelare in carcere. Aumentano le testimonianze dell’aggressione ingiustificata subita dal giovane romano in viale Pinturicchio a Roma: in quindici hanno già confermato la versione del ragazzo sulla sua completa estraneità agli scontri del dopo partita. La prova del video amatoriale girato quella sera, poi diffuso dalla trasmissione Chi la visto? e finalmente acquisito dalla procura di Roma ha prodotto pressoché unanime sdegno da parte delle forze politiche. I primi a visitare Stefano nel carcere di Regina Coeli sono tornati ieri a rivendicarne la liberazione. «Ogni ora che passa in carcere Stefano è una vergogna», ha sintetizzato Stefano Pedica, coordinatore dell’Idv nella Regione Lazio che ha raggiunto in mattinata pm e gip per chiedere l’immediata revoca dell’arresto anche per i due studenti abruzzesi, Carnesale e De Gregorio.
L’indagine risulta aperta almenosSu tre fronti: un procedimento affidato alla questura di Roma che avrebbe portato all’identificazione di tre degli agentii coinvolti nelle violenze: un’azione giudiziaria che attende di veder perfezionato il capo d’accusa (verosimilmente per lesioni volontarie) e, inoltre, un’inchiesta decisa dalla Commissione parlamentare sugli errori del servizio sanitario nazionale. Quest’ultima, in particolare, ha recapitato al capo dell’amministrazione penitenziaria, Franco Tonta, e alla presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, una lettera in cui si mostra preoccupazione per il ragazzo che «ancora fortemente scosso per l’accaduto, riporta grandi ecchimosi su gambe e schiena. punti di sutura in testa, un dente rotto e lesioni su una palpebra».
Anche fin altro giovane coinvolto dall’operazione degli agenti, Luca Daniele, risulta ricoverato con una frattura vertebrale. I Radicali hanno chiesto chiarezza «sull’ intera operazione di polizia che si è svolta quella notte», anche se significasse scandagliare tutti i video girati dalle telecamere durante
la finale di Coppa Italia. Di fronte all’evidenza dell’abuso della forza usata dagli agenti, infatti, si teme che si tratti di un atteggiamento diffuso tra le forze di polizia quando impegnate in determinati contesti. Se in molti invitano a non generalizzare, altri però rinunciano alla teoria delle mele marce . «E’ invece necessario che ci siano risposte politiche a questi episodi di violenza che si ripetono drammaticamente”. hanno chiarito Patrizio Gonnella dell’associazione Antiigone e Luigi Nieri, capogruppo Sel in Regione Lazio.
Tornando a chiedere quelle risposte adeguate che si attendono da tempo: «immediata introduzione del reato di tortora nel codice penale, istituzione di una figura che possa ispezionare tutti i luoghi di detenzione a partire dalle caserme e dai commissariati e, infine, la previsione di una norma che preceda la identificabilità di poliziotti e carabinieri che svolgono servizi d’ordine».

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