Perchè l'asse veneto tra Tremonti e Zaia preoccupa Profumo

I conti migliori delle attese hanno fatto schizzare in Borsa il titolo Unicredit. Non ha dissimulato la soddisfazione l'amministratore delegato del gruppo, Alessandro Profumo, ieri a Londra per la presentazione agli analisti del bilancio 2009. Profumo ne ha approfittato anche per ridimensionare i dissidi con i rappresentanti degli azionisti (normale e giusta dialettica, ha detto), mostrandosi disponibile a discutere dell'operatività del Bancone, com'è stato ribattezzato il nuovo assetto della holding in cui confluiranno le cinque controllate con base a Torino, Verona, Bologna, Palermo e Roma.
Ma in verità nel gruppo si continua a guardare con preoccupazione a quella che un consigliere di Unicredit definisce "un eccesso di concentrazione di poteri nella mani di Profumo". Da qui nasce l'idea di un country manager da affiancare all'ad, anche se in molti ritengono in forse la stessa permanenza di Profumo.
E' in particolare dal Veneto che sono giunte le maggiori critiche al Bancone. Non è un caso. In Veneto hanno la loro base due delle principali fondazioni azioniste di Unicredit - Cariverona e Cassamarca di Treviso - sulle quali spira sempre più impetuoso il vento leghista. Non tanto perché ai vertici degli enti creditizi ci siano esponenti indicati dalla Lega, ma perché le fondazioni devono sempre più tenere conto delle richieste leghiste per un`attenzione esclusiva al territorio; richieste simbiotiche rispetto a quelle di Giulio Tremonti, che da tempo ha individuato nelle fondazioni bancarie un ruolo di stabilizzazione del sistema e di radicamento locale.
Per questo sono state lette come l'apertura ufficiale di un'offensiva anti Profumo le recenti parole del candidato governatore del Veneto, il ministro delle Politiche agricole, Luca Zaia, che ha criticato l'ad del gruppo per il sostegno alla candidatura di Roma per le Olimpiadi del 2020. Così come non è passata inosservata un'intervista di Zaia a un quotidiano veneto, in cui il ministro ha detto: "De Poli ha fallito, sta devastando Treviso e la fondazione". Chi è De Poli?
Dino De Poli, 80 anni, ex de considerato pro centrosinistra, da anni in Cassamarca: "Un simbolo delle autocrazie su cui stiamo per aprire la caccia", dicono ambienti di spicco del Carroccio veneto, ricordando come sia il comune sia la provincia sono a guida leghista, e quindi con potere di nomina di una parte del vertice della fondazione. Nel 2012 scade il consiglio di Cassamarca, compreso De Poli, criticato in particolare da un consigliere della fondazione, Luca Antonini, docente di Diritto costituzionale a Padova, autore del ddl sul federalismo fiscale, ritenuto vicino a Roberto Calderoli oltre che presidente della commissione tecnica paritetica sul Federalismo fiscale, una delle commissioni del ministero dell'Economia.
"L'apertura della caccia" di cui si parla in ambienti pidiellini e leghisti riguarda anche Cariverona, la fondazione con il maggior peso in Unicredit: il presidente dell'ente, Paolo Biasi, è in scadenza,
e le convergenze fra Zaia e il sindaco di Verona, Flavio Tosi, si stringono anche sul vertice della fondazione, per "un necessario, radicale ricambio". Ciò non significa che Biasi non ascolti anche il primo cittadino, o che il vicepresidente di Unicredit espressione di Cariverona, Luigi Castelletti, non sia insensibile, anzi, alle aspettative di Lega e Pdl pur non essendo organico ad alcun partito. Quelle che alcuni osservatori definiscono "obiettive difficoltà" di Profumo sono destinate a riverberarsi sull'imminente risiko: i problemi di Profumo potrebbero incidere sulla sua dichiarata volontà di contare nelle eventuali nomine in Mediobanca, in caso di trasloco di Cesare Geronzi alle Generali. Ieri c'è stato un vortice di incontri. In Piazzetta Cuccia, sede di Mediobanca, sono stati visti John Elkann, Fabrizio Palenzona e Giovanni Bazoli. Geronzi e Bazoli si sono salutati con una stretta di mano pubblica carica di significati anche per l'assetto di Rizzoli. Sempre ieri, nella sede di Italmobiliare guidata da Giampiero Pesenti, presidente dell'accordo parasociale di Rizzoli, si sono riuniti anche Geronzi, Bazoli e Luca Cordero di Montezemolo, Oggi infatti è in programma il cda di Rcs sui conti 2009 e il patto della casa editrice.
© 2010 Il Foglio. Tutti i diritti riservati
SU
- Login to post comments