Pellegrino: “La Costituzione parla chiaro il voto all'estero non concorre al quorum"

Dalla Rassegna stampa

«La Costituzione garantisce agli italiani all'estero il diritto di voto, ma non stabilisce che il loro voto debba concorrere al quorum sul referendum». Tesi forte, densa di contenuti politici quella di Gianluigi Pellegrino, l'avvocato che assiste il Pd nella vicenda referendaria. Argomentazioni legate soprattutto al quesito nucleare e a tutte le manovre del governo per rendere confuso e incerto il quadro su questa votazione.

Il ragionamento di Pellegrino prende le mosse da una sentenza della Corte costituzionale, la numero 173 del 2005. In quel caso il governo aveva chiesto alla Consulta di cancellare una norma elettorale del Friuli Venezia Giulia che escludeva gli italiani all'estero dal computo del quorum del 50 per cento di votanti nelle elezioni nei comuni sopra i 15 mila abitanti.

Una sentenza che, secondo Pellegrino, si può benissimo applicare alle vicende del voto degli italiani all'estero sul nucleare. Perché - sostiene l'avvocato - la Corte ha spiegato che l'articolo 48 della Carta prevede solo di «assicurare la parità di condizione dei cittadini al momento in cui il voto viene espresso».

Inoltre, secondo Pellegrino, la legge sul voto agli italiani all'estero «si è ben guardata dal prevedere che questi elettori all'estero concorrono a formare il quorum». L'avvocato spiega anche che proprio nella legge si trovano elementi che confermano questa tesi.

Uno è che lo spoglio del voto è affidato all'Ufficio elettorale presso la Corte di appello che comunicherà alla Cassazione solo i sì e i no. La seconda è il silenzio della stessa Cassazione e della Consulta sul problema del voto all'estero. «Se non si sono posti il problema - dice Pellegrino - è perché la concorrenza degli italiani all'estero al quorum non esiste». Infine, conclude l'avvocato, la riprova della tesi che gli italiani all'estero non concorrono al quorum, è «nella sciatteria, rilevata per esempio dai radicali, nelle procedure di voto di quel segmento elettorale».

Insomma, conclude Pellegrino, il dato finale è che «non si capisce perché un italiano residente in Francia, a pochi chilometri da una centrale nucleare, dunque indifferente alla cosa, debba votare, o non votare, per decidere se installare un sito a Montalto di Castro, travolgendo la decisione di chi in Italia vive ed è interessato alla questione».

Ecco perché quei voti non dovrebbero essere considerati al fine del quorum. Come chiede Antonio Di Pietro. Anche perché denunciano i radicali ci sono troppe irregolarità. «Presenterò un'istanza alla Cassazione perché non siano considerati ai fini del quorum, di tutti e quattro i referendum, quegli italiani all'estero che non hanno votato e di cui il governo non è in grado di dimostrare che siano stati ragionevolmente messi nelle condizioni di votare», annuncia il segretario Mario Staderini.

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