"Pedofilia, attacchi sionisti". La Cei fa ritrattare il Vescovo

Dalla Rassegna stampa

Dietro allo scandalo dei preti pedofili «in realtà si cela una manovra di massoni ed ebrei deicidi, un attacco sionista di nemici di sempre dei cattolicesimo, della Chiesa e del Papa». Sono le tesi che da qualche giorno stanno circolando, riservatamente, tra i cattolici più tradizionalisti. E che hanno fatto breccia perfino in Vaticano, dove qualche cardinale se ne dice convinto. Mai nessuno, però, si era spinto ad affermarle pubblicamente come ha fatto il vescovo emerito (cioè in pensione) di Grosseto Giacomo Babini, 81 anni, in una intervista concessa venerdì scorso al sito ori line Pontifex. Dopo due giorni, però, l’anziano vescovo è stato costretto a fare marcia indietro su esplicito richiamo della Conferenza episcopale italiana che, tramite il proprio ufficio stampa, ieri ha diffuso un comunicato nel quale monsignor Babini ha smentito tutto. Un passo forse sollecitato anche dalla Santa Sede per allentare la tensione sui casi di pedofilia tra il clero. Uno scandalo che Oltretevere oggi si cercherà di arginare con la pubblicazione sul sito del Vaticano delle linee guida delle norme per punire i preti responsabili di violenze sessuali, anche su minori, secondo il Codice di diritto canonico.
L’intervento della Cei su Babini ha contribuito a scongiurare una nuova crisi tra ebrei e cattolici. Contro le sue parole, ieri, sono insorti sia le comunità ebraiche italiane che il rabbino David Rosen, direttore del Comitato ebraico americano. Costringendo il vescovo emerito di Grosseto a fare dietrofront. Ma il clima di tensione è destinato a durare: l’uscita di Babini arriva sulla scia delle polemiche esplose nei giorni scorsi per l’equiparazione tra l’Olocausto e gli attacchi al Papa sullo scandalo pedofilia fatta dal predicatore
della Casa Pontificia, padre Raniero Cantalamessa, e per il paragone tra le attuali critiche a Benedetto XVI e quelle a Pio XII avanzato dal cardinale decano Angelo Sodano.
Nell’intervista pubblicata venerdì 9 aprile - smentita però solo ieri pomeriggio - Babini non sembra avere dubbi. «La pedofilia – ammette -è una cosa orrenda, ma c’è anche in altre confessioni e in misura maggiore rispetto alla Chiesa cattolica». Dietro a queste accuse al Papa e alla Chiesa, per l’ex vescovo di Grosseto ci sono i «nemici del cattolicesimo, ovvero massoni ed ebrei; c’è un attacco di sionisti e giudei, nemici naturali della Chiesa perché, storicamente, deicidi». Non meno discutibile il giudizio del vescovo su Shoa e nazismo: «L’Olocausto fu una vergogna per la intera umanità, ma ad esso occorre guardare senza retorica e con occhi attenti. Non crediate che Hitler fosse solo pazzo. La verità é che il furore criminale nazista si scatenò per gli eccessi e le malversazioni economiche degli ebrei che strozzarono la economia tedesca. La Germania era stanca delle angherie di chi praticava tassi di interesse da usura».
Frasi shock severamente criticate dagli ebrei, ma anche da monsignor Vincenzo Paglia, vescovo di Temi e presidente della commissione Cei su ecumenismo e dialogo che parla di «posizioni totalmente contrarie alla linea ufficiale e all’insegnamento della Chiesa». Così, ieri pomeriggio, sono arrivate la marcia indietro e il mea culpa. «Mi si attribuiscono - si legge in una nota di Babini diffusa dalla Cei - dichiarazioni sui fratelli ebrei da me mai pronunciate: preciso che in alcun modo ho espresso simili valutazioni e giudizi da cui prendo nettamente le distanze. Rinnovo ai nostri fratelli maggiori nella fede la mia fraterna stima e piena vicinanza».

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