La pecorella ci riporta a Pasolini

Viene voglia di stare dalla parte delle pecore e di restarci. «Ehi, pecorella, sei venuto a sparare? Per quello che guadagni non ne vale la pena...» soffia sulla celata di plastica dell'uomo in divisa il giovane agnello barbuto che ha deciso di indossare i panni del lupo sotto gli striscioni della protesta No Tav. Catturata dal Corriere.tv a Bussoleno, in uno dei cantieri della Val di Susa, la storia evoca scene già viste e la citazione di Pierpaolo Pasolini d'obbligo. Più di quarant'anni dopo l'invettiva del poeta, il copione dell'insulto è lo stesso di Valle Giulia. "Paurosi, incerti e disperati con le facce di figli di papà" ma capaci capaci di essere "prepotenti e ricattatori" da una parte, forze dell'ordine "figli di poveri delle periferie contadine o urbane" dall'altra. Gli attori sono davvero gli stessi, e il rispetto del copione di un tempo se non legittimo è perlomeno prevedibile, oppure sono così cambiati da rendere ancor più surreale e proterva la scena? La Val di Susa e Valle Giulia sono la stessa valle, o no?
«Che pecorella sei? - continua il lupo part-time con voce di miele - Non hai un nome, un numero, niente? Vorrei vederti sparare». Immobile come una biblica statua di sale, il carabiniere non accetta la provocazione. Una pecora? Un professionista, un "tecnico" persino. Di quelli che non cedono alla tentazione di fare l'ariete. Gli specialisti della provocazione che insultano le forze dell'ordine, aggrediscono giornalisti e troupe televisive, con la gente della valle non c'entrano che di sguincio. Ma bisogna trovare la forza di isolarli. È la sfida allo Stato che arruolagli agnelli travestiti da lupi e i lupi travestiti da agnelli: le ragioni della valle sono solo pretesti.
«Pecorella, ascolta - conclude - io pago anche per te» Paghiamo poco e li lasciamo persino senza benzina nei serbatoi. Per il paziente carabiniere un encomio solenne dall'Arma. Anche Berlusconi si spertica in un elogio: «Sono l'Italia migliore». Quando mai ha fatto parte di quell'Italia l'ex premier? Gli imbucati ci sono sempre: la pazienza è omaggio.
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