Il Pdl è votato a "San Giacinto"

Dalla Rassegna stampa

Ci tocca sperare in Pannella, guarda come siamo ridotti». Al comitato elettorale del Pdl non sanno più - letteralmente - a quale santo votarsi. Alla fine san Giacinto potrebbe fare il miracolo e ottenere lo slittamento dei voto. «è una speranza, ma si scontra con il fatto che dovrebbe essere il vice presidente della giunta,Esterino Montino, a firmare il rinvio. Stiamo freschi!». Navigano veramente in cattive acque i pidiellini. E anche Berlusconi è arrabbiato: i maggiorenti romani dei partito erano andati da lui raccontandogli la storiella dei funzionari comunisti e solo dopo il premier ha capito che si trattava soltanto di un colossale pasticcio. Nel Lazio, comunque, è ancora caos liste. All'indomani della bocciatura dei Tar, che non ha riammesso la lista del Pdl Roma, i riflettori sono ora puntati sull'ufficio elettorale dei Tribunale, al quale lunedì è stata consegnata exnovo la documentazione e che deciderà in- giornata sull'ammissione o meno della lista alle prossime. Regionali. «L'ordinanza del Tar vincola tutte le parti del processo, quelli che hanno perso e quelli che hanno vinto, e in particolare l'ufficio circoscrizionale elettorale, a rispettarla» dicono i legali del Pd. Dal canto loro, gli esponenti del centrodestra confidano nel nuovo iter, ritenendo di aver risolto il caso con il varo dei decreto interpretativo e sperando dunque che l'ufficio centrale circoscrizionale non segua l'orientamento del Tar secondo il quale, fra l'altro, il decreto non può essere applicato perché la Regione ha una sua legge elettorale. Tra le file della maggioranza l'ipotesi di un rinvio dei voto in Lazio si fa sempre più insistente. «Sono sereno perché, penso che il Consiglio di Stato, nella sua giurisprudenza, privilegia il diritto degli elettori al voto e, dunque, si andrà, verso un ripristino della lista e un conseguente rinvio delle elezioni» ha scritto in una nota il ministro per l'Attuazione del Programma, Gianfranco Rotondi. D'altra parte, il coordinatore nazionale del Pdl, Sandro Bondi, in una nota si rivolge duramente all'opposizione: «Adesso basta! Finitela! Abbassate le grida, le urla, gli strepiti. Smettetela di mettere in scena l'ennesimo massacro delle istituzioni, della democrazia, della Costituzione.
Non vi accorgete che in questo modo state davvero martoriando questo povero Paese?». «Che cosa volete - chiede Bondi? - Volete che il Pdl venga escluso dalle elezioni? Volete vincere a tavolino le elezioni? E volete pure fare una bella manifestazione per mettere sotto accusa il partito di maggioranza relativa?», chiede il ministro dei Beni Culturali. «Recuperate un poco di ragionevolezza è l'invito del coordinatore Pdl -, fate valere un minimo di ragionamento politico, mantenete almeno un briciolo di rispetto per le istituzioni. Siamo capaci anche noi, se lo volessimo, di fare delle belle manifestazioni, di fare lo sciopero della fame, ma siamo troppo preoccupati dello stato della nostra democrazia e dei futuro di questo Paese, per scendere al vostro livello». Nonostante lo scontro infuri e alcuni, come Bondi, riescano ad articolare discorsi
politici, sensati, è chiaro ed evidente a tutti di come il Pdl sia sotto schiaffo. La più bella battuta della giornata in proposito è di Renato Farina, che rende giornalisticamente meglio
di chiunque altro lo stato d'animo che attraversa il primo partito d'Italia: «è sintomatico di questi tempi che la maggioranza sia andata sotto sulle cure palliative... ».

 

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