Pdl Lazio inchiodato sulle liste

Avevano detto di non avere potuto presentare in tempo la lista del Pdl alle scorse regionali del Lazio, poi vinte da Renata Polverini, perché impediti fisicamente, quindi con la violenza, da due militanti radicali. Gente come Diego Sabatinelli che non farebbe male a una mosca e dedito più alla non violenza pannelliana che alle aggressioni squadriste.
Ma tant'è: la notizia sui media di regime e in Rai era passata così. Anche se nessuno aveva creduto alle assurde giustificazioni dei rappresentanti di lista del Pdl nel Lazio, tese soprattutto a evitare conseguenze ai loro danni nel partito. Adesso però è il Consiglio di stato a sbugiardare tutti coloro che si erano avventurati in queste ricostruzioni propagandistiche. Lo scorso 9 giugno, infatti, come hanno reso noto gli avvocati dei Radicali, Giuseppe Rossodivita e Giovanni Pesce, è stato respinto il ricorso presentato contro la sentenza del Tar Lazio che a suo tempo aveva confermato anche nel merito l'esclusione della lista Pdl. Nella motivazione si legge tra l'altro che, al momento della chiusura delle liste "Alfredo Milioni era distante dal Tribunale sei chilometri". "Sulla vicenda - dicono i legali dei radicali - ha messo inoltre la parola fine, almeno per la parte relativa alla denuncia avanzata dagli esponenti del Pdl contro i Radicali ed il magistrato Durante, anche il tribunale di Perugia che dando seguito alla richiesta avanzata dalla Procura, che all'esito di approfondite indagini anche sui tabulati telefonici di Milioni ha accertato che lo stesso si era allontanato di circa 6 chilometri da Piazzale Clodio, ha archiviato definitivamente il fascicolo, in assenza di opposizione da parte del Pdl". Intanto questo assurdo procedimento si è aggiunto al calderone di quelli che intasano la giustizia penale e civile.
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