Pdl, giochi riaperti la Polverini vacilla

Il terremoto provocato dal caso di via Gradoli sta complicando la strada verso la scelta del candidato alla presidenza della Regione Lazio. Anche nel Pdl, dove pure l’investitura di Renata Polverini, benedetta anche da Silvio Berlusconi, sembra cosa fatta, ci sono ancora elementi di confusione. La Polverini metteva d’accordo tutti quando l’avversario era un Piero Marrazzo che viaggiava con buoni sondaggi e un insidioso accordo con l’Udc non così lontano.
Oggi che la sfida per il Pdl appare molto più abbordabile, fra i colonnelli del Pdl (anzi, di An) c’è chi comincia ad avere qualche rimpianto. Non solo: gli effetti delle scelte in Campania e nel Veneto potrebbero portare, a sorpresa, a un candidato di Forza Italia. Così, ieri lo stesso Alemanno avvertiva: «Si decide lunedì». E Alfredo Pallone, europarlamentare e vicecoordinatore regionale del Pdl, spiegava: «Siamo vicini alla fumata bianca», che è un altro modo per dire che la scelta definitiva ancora non c’è.
Molto più complesso il gioco delle nomination nel Pd e nel centro sinistra. La sfilza di nomi - Rosy Bindi, Emma Bonino, Andrea Mondello, l’ex prefetto Achille Serra - si allunga, ma trova spesso il no dei diretti interessati. L’unico a non tirarsi indietro è l’attuale vicepresidente reggente della Regione Lazio, Esterino Montino, che però indica come necessario il passaggio delle primarie. Ieri Antonio Di Pietro ha escluso un candidato dell’Italia dei valori: «Il Pd ha il diritto dovere di esprimere un nome, sul quale ci pronunceremo. Parlando anche dei programmi».
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