Il Pdl diviso su Michele: «Basta, è un provocatore» «Vero, ma non va zittito»

Dalla Rassegna stampa

Le sanzioni comminate a Santoro dal dg della Rai Masi vengono difese dalla prima linea del Pdl, ma immediatamente dietro la facciata serpeggiano i dubbi che il provvedimento - soprattutto la sospensione per due puntate di Annozero - possa trasformarsi in un boomerang. Fabrizio Cicchitto afferma che «non si tratta di un problema di libertà di stampa, di cui il conduttore ha comunque abusato, ma di buona educazione. Santoro - osserva il capogruppo pdl alla Camera - è stato fermato perché si è permesso di insultare, in diretta televisiva, il direttore generale della sua azienda».
A Cicchitto fa eco Alessio Butti, capogruppo pdl in commissione Vigilanza, affermando che a Santoro «viene concesso tutto. È il capo, il padrone del vapore». E a chi sostiene che Santoro sia «vittima del sistema», Butti replica che «è il contrario, è il sistema a essere vittima del giornalista più egocentrico del mondo che ritiene di poter fare e dire tutto ciò che vuole. Altro che bavaglio all'informazione».
Il consenso sulle sanzioni di Masi non è però unanimemente con diviso nella maggioranza. A esternare dubbi sulla sospensione della trasmissione aveva cominciato l'avvocato di Berlusconi Niccolò Ghedini, ieri gli sono venuti in scia il presidente della commissione Affari costituzionali del Senato, Carlo Vizzini, che, pur condannando «le contumelie del presentatore» afferma che «la peggiore di tutte le sanzioni possibili è quella di spegnere una voce o di cucire una bocca: il silenzio non è figlio di nessuna idea». Praticamente dello stesso avviso Giorgio Lainati, vicepresidente pdl della Vigilanza, il quale si chiede «se non si poteva sanzionare il conduttore senza compromettere il programma». Ora, secondo Lainati, «il rischio è la martirizzazione di Santoro».
Unanimi, invece, le critiche a Masi del centrosinistra. Il Pd parla di «censura a Santoro». Il capogruppo democrat in commissione Telecomunicazioni della Camera, Michele Meta, chiede, che «si intervenga subito, prima che si distrugga la credibilità del servizio pubblico a vantaggio delle televisioni rivali». Mentre un altro esponente del Pd, Giorgio Merlo, sottolinea che la commissione Vigilanza, di cui è vicepresidente, «ha il dovere di intervenire, alla luce di scelte discutibili ed equivoche dei vertici aziendali sul caso Santoro». Anche per il leader dell'Api, Rutelli, la scelta di spegnere Annozero fa parte di «una politica irresponsabile da parte della Rai».
Per il segretario di Radicali Italiani, Mario Staderini, il dg Masi, incurante di tutte le violazioni perpetrate in Rai alla completezza e all'imparzialità dell'informazione, «si comporta come quegli arbitri che non sanzionano il gioco violento, ma sono prontissimi a tirare fuori il cartellino rosso per lesa maestà». Da parte sua, l'Idv minaccia «reazioni eclatanti e mobilitazione democratica» se salta Annozero. E anche la Fnsi reagisce alla querela di Masi al suo presidente, Roberto Natale: «Non si è mai visto un dirigente di una grande azienda pubblica chiamare in tribunale un dirigente sindacale di vertice che compete con lui sul piano delle idee e del diritto come controparte sociale e naturale. Si pensava ci fosse un limite a tutto, ma il dg della Rai querelando il presidente del sindacato dei giornalisti ha superato se stesso».

© 2010 Il Messaggero. Tutti i diritti riservati

SEGUICI
SU
FACEBOOK