Il Pd va in pressing su Montezemolo «Dica con chi sta»

Se quella di Luca di Montezemolo è una strategia politico-mediatica, certamente funziona, almeno per gli addetti ai lavori. Per gli elettori si vedrà. Da oltre due anni il presidente della Ferrari si affaccia periodicamente alla politica, ma senza mai prendere una decisione perché aspetta il 'rompete le righe' di un voto anticipato o la scadenza della legislatura, tra due anni.
Ogni tanto fa intuire, ipotizza, oppure assicura che l'ora è vicina perché serve una «leadership che abbia il coraggio di decidere». Nell'attesa di mollare gli ormeggi, Montezemolo tesse sul territorio la sua tela puntando, fa capire, a calamitare quei milioni di scontenti che, a destra e a sinistra, hanno voltato da anni le spalle alla politica e al voto e che sono quasi la metà dell'elettorato. Una rete civica che dovrà però ipotizzare alleanze se vorrà governare.
Coi centristi per cominciare, anche se la presenza alla guida del nuovo centro di Casini e Fini, oltre a Rutelli, non lascia prevedere una coabitazione tranquilla. Sono infatti più legati alla buona creanza politica che a un vivo entusiasmo i commenti centristi alla discesa in campo di Luca. «Sarebbe un arricchimento del panorama politico - non si sbilancia Bocchino, vice di Fini - perché ha le giuste competenze e potrà dare un contributo al rinnovamento della politica...».
Entusiasmo che anche Bersani centellina e non solo perché gli steccati politici di Luca sarebbero netti a sinistra: fuori il Sel di Vendola e l'Idv di Di Pietro, ha assicurato Massimo Cacciari, suo nume tutelare, che ha confermato che Montezemolo scenderà in campo solo per fare il premier e che non lo farà prima dello scioglimento delle Camere: «Il Pd dirà di sì perché non ha una leadership sua, e lo sa», dice Cacciari. Bersani per ora non può che abbozzare un sorriso: «È benvenuto tutto quanto mette nuova energia nella cosa pubblica, ma...». Ma cosa? «Ormai è chiaro che una sola persona non ha la bacchetta magica...». E se non bastasse ecco Franceschini che incalza: «Montezemolo deve dire come, con chi, con quale schieramento, con quali programmi vuole entrare in politica». Una freddezza che fa sua anche la radicale Bonino: «Quando scenderà in campo, vedremo».
E gli imprenditori che ha guidato per anni? Sono pronti a sostenerlo? «Ognuno fa quello che vuole, non ci sono problemi, ma noi usiamo linguaggi diversi e facciamo un altro mestiere», mette le mani avanti Emma Marcegaglia. Più possibilista un ex di Confindustria, Innocenzo Cipolletta: «È super partes, è quello che serve».
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