Il Pd si astiene per non rischiare

Dalla Rassegna stampa

Il Pd oggi si astiene. Così non rischia di vincere. Proprio così. I democratici non se la sentono di rischiare di vincere. Poi cosa farebbero? Dovrebbero governare? Andare alle urne? Viene da ridere a pensare all'armata Brancaleone che si vedrebbe girare per le varie tribune politiche: un Pd sempre meno coeso all'interno e un'alleanza elettorale con un Vendola già irrequieto prima di poter pensare di vincere alle elezioni. Ma oggi non possono fare passi falsi, prima di tutto perché Giorgio Napolitano striglierebbe gli ex compagni di partito se non dovesse passare il Rendiconto generale dello Stato e perché, in ogni caso, la figuraccia al governo l'hanno già fatta fare alla precedente votazione. Oggi si asterranno, abbassando il quorum (alla Camera l'astensione abbassa il quorum, mentre al Senato l'astensione vale come un voto negativo, ndr).

Anche i radicali faranno così. "I nostri parlamentari sono liberi di decidere, non sono io che devo dar loro indicazioni. Ma da quello che mi è sembrato di capire, si va verso l'astensione ed è bene che sia così. La ritengo la posizione più logica", ha detto ieri Marco Pannella, anticipando quale sarà la posizione dei deputati Radicali oggi in aula alla Camera, nel voto sul rendiconto generale dello Stato. "C'è poco da dire, è impensabile bocciare una legge importante come il rendiconto". Pannella ha anche confermato l'incontro di domani con Pierluigi Bersani e i vertici del Pd. "Sono due anni che aspettiamo un chiarimento con il Pd. Bersani così come Berlusconi sanno bene quali sono le nostre richieste, sono le stesse per le quali ci battiamo da anni. Non sono cambiate". Anche Maurizio Turco, deputato radicale del Pd, ha espresso il suo punto di vista.

"Mi sembra che l'astensione sia l'unica posizione sensata. Il rendiconto è un provvedimento essenziale per il funzionamento dello Stato, non lo si può bocciare. Lo dico a chi guarda con sospetto a ciò che faremo domani: noi stiamo all'opposizione e non cambiamo idea. Siamo leali e coerenti. Questo bisognerebbe scolpirlo sulla roccia. Noi radicali non dobbiamo dimostrare nulla e non ci facciamo fare l'analisi del sangue da nessuno", ha avvertito Turco. Oggi, in più, ci sarà l'incontro con Bersani. "Il Pd", ha inoltre detto Turco, "ha uno strano modo di comportarsi con noi. Sono due anni che abbiamo chiesto un incontro chiarificatore e guarda caso la risposta arriva a poche ore da un voto così importante. Un mese fa parlavano di espulsione e oggi ci vogliono incontrare. Meglio così. Il Pd sa bene quale è il nostro progetto politico e quali sono le nostre priorità: siamo gli unici a aver tentato di promuovere in questa legislatura le riforme necessarie al Paese", ha concluso, "nel campo della giustizia e del rispetto dei diritti delle persone".

 

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