Pd-radicali, una prima convergenza

Dalla Rassegna stampa

Ho letto con attenzione l’articolo di Federico Orlando dal titolo Democratici e radicali: che fare?. Intravedendo auspicabili sviluppi futuri su questa strada, vorrei sostenere con degli esempi concreti quanto sta già accadendo tra radicali e Pd. Con Antonio Misiani, deputato e tesoriere del Pd, abbiamo presentato una proposta di legge, sottoscritta da un vastissimo numero di deputati dem compreso il segretario Bersani, oltre che a parlamentari di ogni gruppo esclusa la sola Lega, per dare soluzione a un grave problema che affligge la nostra impresa: il problema dei ritardi nei pagamenti. Ciò potrebbe apparire un elemento scollegato dalla sua analisi, ma credo non lo sia.
 
 Porre la questione radical-liberale al Pd significa, innanzitutto, porre all’attenzione di questo partito, e di lì all’intero sistema politico il problema anzi: il male, direi - che attanaglia l’Italia: il mancato rispetto dello stato di diritto. Quando non si rispettano i contratti liberamente sottoscritti, e il giudice non riesce a rendere giustizia in tempi utili, si rischia di perdere completamente la credibilità di fronte a chi di questi problemi soffre. E si perde un pilastro della convivenza sociale: la certezza del diritto. Con le ovvie tragedie umane rappresentate dalla chiusura di imprese, licenziamento dei lavoratori, impoverimento ulteriore del paese.
 
 Alcuni giorni fa abbiamo organizzato su questo tema un convegno dal titolo "I piccoli e la crisi". Il risultato è stato incoraggiante. La collega De Micheli, responsabile del Pd per le piccole e medie imprese, si è impegnata concretamente a sostenere nel nostro gruppo la richiesta di calendarizzazione della proposta, in tempi celeri, alla camera. Si è anche esplicitata la necessità di una cooperazione massima sia sull’iniziativa incardinata congiuntamente, che sulla necessità di renderla conoscibile ai cittadini.
 
 Raffaello Vignali, vicepresidente della commissione attività produttive e consulente del ministro Romani per le Pmi, non solo ha riconosciuto la necessità di approvare velocemente la legge, ma ha garantito un opera attiva per facilitare la discussione parlamentare. Sottoscrivendola nel corso dei lavori. Anche Benedetto Della Vedova ha confermato l’impegno del suo gruppo (Futuro e Libertà) per ottenere la calendarizzazione del provvedimento.
 
Emma Bonino ha poi tirato le fila del discorso, raccontando la sua esperienza con le Pmi nelle sua precedente esperienza ministeriale, auspicando una proposta operativa che unisca gli imprenditori ai politici per realizzare i provvedimenti di buon senso.
 
 Insomma, dal convegno sono emerse importanti convergenze tra radicali e Pd, che “rischiano” di convincere anche le altre forze politiche della bontà delle ricadute pratiche, concrete, che questa impostazione potrebbe generare.
 
 Insomma la questione radical-liberale nel Pd è progetto ambizioso e serio che non può non tradursi in provvedimenti concreti e conoscibili poiché, nella cosiddetta Seconda repubblica abbiamo sperimentato tutto, tranne che le cose necessarie al paese. La questione radicale è centrale e da porre al centro dell’agenda politica se si vuole veramente riformare l’Italia. Se non lo si fa per convinzione, lo si faccia almeno per convenienza.

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