Pd Lazio: tira aria di crisi profonda

Lasciateci Vannino Chiti. La crisi che vive il Partito democratico del Lazio è profonda. Le due anime che si sono unite al momento della nascita del Pd non hanno mai legato abbastanza. Forse è proprio nel Lazio che sono venute alla luce le contraddizioni più forti della fusione a freddo voluta dall'intuizione politica di Romano Prodi. Il Pd del Lazio ha dovuto fare i conti con due eventi disastrosi: la fuga di Francesco Rutelli, padre fondatore della Margherita, uno dei due soggetti che ha fondato il Pd, e la pesantissima sconfitta alle elezioni regionali del 2010. I cattolici del Pd sono quelli che hanno pagato il pedaggio più caro: hanno subito la candidatura di Emma Bonino alle elezioni regionali dello scorso anno e hanno visto partire Francesco Rutelli. Questi eventi hanno innescato un conflitto politico enorme che ha avuto il suo epilogo nella fuga del senatore Milana in Alleanza per l'Italia e in un doloroso commissariamento. Questo commissariamento ha lasciato l'amaro in bocca ai militanti del Pd di area Margherita. I cattolici democratici del Pd si sono visti arrivare un uomo di apparato come Vannino Chiti, che ha governato questo commissariamento con il pugno di ferro. Un commissariamento che sembra non finire mai. È proprio sulla fine del commissariamento di Vannino Chiti che si è scatenato un conflitto senza fine: "La lettera aperta inviata dal Segretario romano, Marco Miccoli, e dai coordinatori provinciali del Lazio a Pier Luigi Bersani nella quale si chiede un prolungamento del mandato dell'attuale Commissario regionale del Pd Vannino Chiti, è frutto di una iniziativa personale, per nulla concordata con i membri dell'esecutivo". Lo ha fatto sapere in una nota il consigliere capitolino del Pd Maurizio Policastro. "Si tratta dell'ennesimo colpo di mano - sostiene Policastro - volto ad allontanare la scelta del nuovo segretario regionale attraverso lo strumento principe che fino ad oggi ha segnato il cammino del nostro partito: le primarie. Si vuole così voltare le spalle ai tanti appelli di nuove aperture alla società civile lanciate anche recentemente dal palco della Festa de L'Unità a Roma. Motivo così la mia autosospensione dall'esecutivo - aggiunge - chiedendo, nel contempo, un immediato chiarimento sulla vicenda che ha portato Miccoli e compagni a promuovere tale iniziativa". Se le cose stanno davvero così forse sarebbe saggio che ognuno se ne andasse per la sua strada. Un partito che non riesce nemmeno a mettersi d'accordo sulla gestione di un commissariamento è un soggetto politico arduo. Ecco perché sarebbe il caso di fare i conti con questa realtà politica.
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