Pd, intelligenze da recuperare - Lettera

Dalla Rassegna stampa

Cara Europa, ho appreso con curiosità e interesse della candidatura di Emma Bonino alla presidenza del Lazio, per il partito radicale: la seconda candidatura dopo quella di Renata Polverini per la destra. Tempo fa, quando si cominciò a parlare delle regionali, il nome della Bonino corse, se non sbaglio, tra quelli dei possibili candidati del Pd, essendo i parlamentari radicali associati ai gruppi Pd di camera e senato. Parlavo di curiosità e interesse non perché io sia una femminista, ma perché, al di là delle pari opportunità tra uomini e donne, stimo la Bonino come una delle persone più intelligenti e preparate della nostra classe politica, dove è schiacciante la maggioranza degli anonimi incompetenti. Penso che sarebbe utile e costruttivo che il mio partito, il Pd, dimostrasse nei comportamenti concreti di voler puntare alla valorizzazione delle intelligenze in politica, siano o no di area democrat.

Lucia Del Basso, Roma

Cara signora, se con questo "siano o no" lei intende dire che si trovino nel Pd o in culture non antitetiche a quella democrat, le dirò che la sua è anche la mia opinione. Una simile valorizzazione dovrebbe essere perfino ovvia in un partito che, attingendo energie e legittimazioni alle "primarie", è un partito aperto, aperto alla società, o a quella parte della società che si considera alternativa all`attuale modello di destra. Proprio in questi ultimi mi sono soffermato con nuovo interesse su articoli, interviste, iniziative che potevano sollecitare riflessioni come la sua. La candidatura della senatrice Bonino, per la quale la mia stima e simpatia non ha bisogno di essere declamata, rientra in questo interesse. E mi auguro che la campagna elettorale sia occasione di un rafforzamento del dialogo tra Pd e radicali, e non motivo di ulteriore sfilacciamento dei rapporti. Con eguale interesse ho letto f intervista dell`on. Rutelli sul problema dell`immigrazione e della sicurezza, con posizioni che da subito sono state strumentalizzate dalla destra, come Europa aveva previsto, ma che corrispondono a una sua convinzione maturata da tempo. Lo so perché ho espresso anch’io, in questa rubrica, opinioni analoghe: a cominciare dall`errore della sinistra, retaggio della guerra fredda, di fare spesso una scelta di campo "terzomondista" che oggi è pura e semplice resa a un multiculturalismo suicida: vedi Francia Olanda Svezia Germania e altri paesi, costretti a ripensare il loro incosciente laissez passer di decenni. Queste sono le cose di cui la sinistra deve dimenticarsi, se vuole tornare ad essere forza di governo. Così come, invece, deve ritrovare altre cose, che erano sue: a cominciare dalla giustizia finalizzata al giusto processo (per l`imputato e per la parte lesa) che l`ordinamento giudiziario attuale non consente: e quindi differenziazione vera e non formale tra pm e giudici, sempre in un unico ordine giudiziario che eviti debolezze di fronte all`esecutivo; Csm con sezioni separate per giudici e pm; Alta corte per le infrazioni disciplinari di giudici, pm (e avvocati), eccetera: le cose egregiamente ricordate da Giuliano Pisapia in un articolo ai "cari compagni" del manifesto, e commentate ieri positivamente da Alessandro Battisti su Europa. Come vede, tutte intelligenze laiche con le quali il Pd deve mantenere o creare relazioni, laiche nel senso che vogliono il rispetto della libertà della persona e del suo diritto di scegliere: si tratti di giustizia, multiculturalismo, organizzazione politica e perfino del pane quotidiano, come ci ricorda il priore di Bose, Enzo Bianchi, di fronte all`oscenità di mandare al macero - solo a Milano - 180 quintali al giorno di pessimo prodotto: immangiabile già poche ore dopo l`acquisto, perché concepito per la fatuità della forma anziché per la sostanza. Un dialogo tra intelligenze, metti Bersani-Bianchi, sul pane, credo gioverebbe al Pd, alla sinistra, al paese infinitamente più di tanti arzigogoli politicisti. Può darsi che la ricerca solidale delle intelligenze fra gli steccati nel centrosinistra sia un`utopia, ma almeno proviamoci.
 

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