Il Pd ammette i brogli, ma si tiene il candidato

Dalla Rassegna stampa

Il sosia di Cetto Laqualunque canta vittoria. Irregolarità ai seggi? Nessun problema il Partito democratico ha deciso che lui, Fabrizio Ferrandelli, resta il candidato del centrosinistra a sindaco di Palermo con 126 voti di scarto sulla candidata di Bersani, Rita Borsellino. Il collegio di garanzia perle primarie, composto da Giuseppe Di Letto, Antonio Scaglione e Giuseppe Verde, dopo avere passato in rassegna tutti i reclami e le contestazioni «ritenute ammissibili» ha deliberato di annullare il risultato elettorale solo del seggio numero 4 (Zen) e quindi, fatti due rapidi calcoli il giovane consigliere comunale risulta comunque intesta con 9790 voti. Segue Rita Borsellino con 9664, Davide Faraone con 7822 e Antonella Monastra con 1740. Ecco servito il metodo Pd. Nonostante l'inchiesta della procura sulle irregolarità nel voto e due indagati, guarda caso rappresentanti di lista proprio di Ferrandelli, the show must go on: quello che è fatto è fatto, «i garanti hanno confermato la nostra vittoria. Ora ricominciamo a costruire il futuro insieme a Palermo», primo tweet a caldo del vin- citore.

Eppure, a inguaiare il sosia di Getto, alleato di Sonia Alfano in prima linea nella lotta alla mafia, ci si mette anche un'altra storia che riguarda la sua rappresentante di lista indagata, Francesca Trapani, nota coma la "madre Teresa dello Zen", titolare di un banco alimentare frequentato dai poveri, dispensatrice di cibo ai disagiati e ora fedelissima di Ferrandelli. La storia di un boss mafioso trovato in casa di lei a guardare la fiction "Il capo dei capi". Era i130 novembre 2007. Nell'abitazione della donna, allo Zen 2, i carabinieri hanno arrestato Michele Catalano, ritenuto uno dei colonnelli del boss Salvatore Lo Piccolo e noto anche come il gestore del gioco clandestino e d'azzardo del quartiere. Quando i militari hanno fatto irruzione è stata la signora ad aprire la porta. Catalano se ne stava beato su una poltrona del soggiorno a guardare una puntata per lui di sicuro interesse, quella sulla vita di Totò Riina. Solo le manette lo hanno distolto dalle immagini del capo dei capi. Latitante per 18 giorni, sfuggito al blitz autorizzato dalla procura, secondo gli investigatori Catalano era solo di passaggio in quell'abitazione e infatti dopo qualche accertamento la donna è stata prosciolta dalle accuse. Tutto archiviato. Peccato che ora si trovi di nuovo alle prese con la giustizia a causa delle decine di schede elettorali che lei e il compagno, Marcello Sulli, tenevano in auto. I due, secondo i magistrati Maurizio Scalia, Ennio Petrigni e Gianluca De Leo, sono accusati di avere fatto incetta di certificati elettorali. Interrogati, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. «Una situazione poco limpida e regolare», secondo l'accusa, anche se il loro difensore, Luigi Montagliani specifica: «La condotta dei miei assistiti non configura alcun reato». Motivo? «Il reato per cui sono indagati», spiega il legale, «di cui all'articolo 104 dpr 361 del 1957 fa riferimento a brogli di natura elettorale, ma per elezioni nazionali. La norma non vale per le regionali e le amministrative e nel '60 è stata fatta una nuova legge per queste ultime competizioni. In ogni caso, le primarie di un partito o di una coalizione non sono elezioni». Così dice l'avvocato. Ma intanto i garanti del Pd riuniti per tutto il giorno in via Bentivegna, sede del Pd palermitano, hanno deliberato: primarie non valide (solo) allo Zen, il seggio dei due sotto inchiesta il comitato ha anche ascoltato Davide Faraone, terzo classificato alla consultazione. L'esponente "rottamatore" ha parlato di «primarie inquinate». E l'Idv, dal canto suo, non ha ancora sciolto la riserva. Se, infatti, l'eurodeputata Alfano ha dichiarato dall'inizio il suo sostegno a Ferrandelli, pur criticando «la presenza al seggio di alcuni personaggi dal passato non limpido», il leader Di Pietro con il suo luogotenente ex sindaco, Leoluca Orlando, è pronto a smarcarsi da un momento all'altro, magari estraendo dal cilindro la candidatura di un parlamentare siculo. «Basta polemiche», dichiara Antonello Cracolici. E Marco Pannella esce allo scoperto: «Sosterrò personalmente Ferrandelli».

Sul fronte opposto, nel centro destra, l'accoppiata Pdl-Udc, con l'aggiunta fondamentale del Grande Sud di Gianfranco Micciché supportano Massimo Costa, mentre l'Mpa di Lombardo e Fli lanciano il deputato regionale di Fli, Alessandro Aricò, 36enne candidato sindaco di quella parte del Terzo Polo che ha «sfiduciato» Costa dopo la sua apertura al Pdl.

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