Patrimonio più forte ma il fisco è distratto

Se il basso livello di patrimonializzazione si conferma il tallone d'Achille delle Pmi italiane, un nuovo patto tra banche e imprese punta a renderlo meno vulnerabile. La volontà di collaborazione, almeno sulla carta, non manca. A suggellare il new deal è la nuova moratoria per le Pmi siglata da Abi, governo e Confindustria, dove lo slancio al rafforzamento patrimoniale è uno dei quattro pilastri portanti.
Le banche sono pronte a fare la loro parte e le aziende dovranno essere disposte a mettersi in gioco: l'ammontare dei finanziamenti sarà proporzionale a quello messo sul piatto dai soci per l'aumento di capitale. Se l'impegno verrà mantenuto il risultato sarà un percorso virtuoso che porterà a un rafforzamento del rating, stella polare per valutare il merito creditizio delle imprese e renderà l'accesso ai finanziamenti più facile e meno costoso. Fondamenta più forti consentiranno anche di presentarsi con le carte in regola all'appuntamento con le nuove regole di Basilea 3.
Tra gli attori in scena per ora la sintonia è totale. Nel copione, però, spicca il grande assente: il fisco. Dopo timidi tentativi del passato, oggi chi decide di compiere il grande passo non può sperare di ottenere sconti.
© 2011 Il Sole 24 Ore. Tutti i diritti riservati
SEGUICI
SU
FACEBOOK
SU