Passo Corese, diritti a pagamento

Dalla Rassegna stampa

Enormi masse di terreno spostate da una parte all’altra, ruspe in movimento, caterpillar, motori che sbuffano, operai al lavoro. Nell’area industriale di Passo Corese, (circa 200 ettari di terreno) in provincia di Rieti, si sta lavorando da tempo alacremente. In quella zona - hanno denunciato i Verdi - insistono i resti di un importate sito archeologico (Cures Sabini) del periodo arcaico e repubblicano, e non si hanno notizie in merito a ciò che si sta realizzando. Così sono stati richiesti gli atti inerenti - racconta il presidente dei Verdi del Lazio, Nando Bonessio - ma ci è stato risposto che questi documenti sono a pagamento . Circa 6 euro a pagina. Per il Consorzio per lo sviluppo industriale infatti la richiesta non poteva essere esaudita, se non a pagamento, in quanto i gruppi politici - sostiene il direttore del Consorzio - i gruppi politici consiliari regionali, non rappresenterebbero soggetti istituzionali. Dunque non resterebbe che pagare. Circa 2000 euro la cifra per leggere i documenti nei quali ci sono i dettagli dei lavori dell’agglomerato industriale di Fara Sabina. Ma a dare una risposta diversa rispetto a quella del direttore del Consorzio è stato lo stesso presidente dell’Asi. Andrea Ferroni, che rispondendo alla medesima richiesta dei Verdi, questa volta formulatagli dal consigliere della Lista Bonino-Pannella, Rocco Berardo, durante una seduta della X Commissione Piccole e medie imprese della Regione Lazio, ha garantito la piena disponibilità per l’accesso agli atti. Ma proprio quando la battaglia sembrava giungere a conclusione, una nuova nota del Consorzio Asi ha specificato nuovamente che gli atti sono disponibili su pagamento. Così è arrivata la richiesta di Verdi e Radicali al presidente del Consiglio regionale Mario Abruzzese, e al presidente della X Commissione Pmi. Francesco Saponaro: “intervengano urgentemente presso il consorzio Asi di Rieti, affinché sia consentito un immediato acceso agli atti dovuto agli organi istituzionali come i gruppi politici regionali”.

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