La pasionaria cattolica detta la linea a Bersani

Dalla Rassegna stampa

Rosy Bindi ha optato per lo scontro frontale con la segreteria di Pier Luigi Bersani. Infatti, con le sue dichiarazioni di ieri, rese in un'intervista a "Il Messaggero", la vice presidente della Camera, forse per onorare il proprietario della testata che la stava intervistando (lo stesso Caltagirone di cui la moglie Azzurra porta il nome), ha affermato con evidente convinzione, il fatto che il Pd voglia allearsi, o quantomeno governare, in tandem con Pierferdinando. Forse non contando che il suo segretario nazionale, ha dato più volte l'idea che l'intenzione del Partito democratico, sia invece quella di stabilire un rapporto stretto con il Sel di Nichi Vendola, per creare un'alleanza che sia prima di tutto elettorale e di comuni intenti. Forse Rosy ha colto la palla al balzo per determinare una frattura (scomposta e poco ricucibile) fra le due anime grandi anime del partito (al netto delle micro correnti interne), ovverosia quel grande divisorio fra i cattolici popolari e gli eredi diretti della storia comunista del partito "fluido" di Walter Veltroni. "A Casini l'ho ripetuto più volte: magari con questa legge elettorale saremo costretti a vincere le elezioni da soli, ma comunque non governeremo senza di loro. Tanto vale essere onesti e dirlo da subito agli elettori. Con il 40 per cento nessuno è in grado da solo di fare le riforme di cui ha bisogno l'Italia. Il Terzo polo deve fare chiarezza". Queste le parole dichiarate al Messaggero dalla presidente del Pd, secondo cui il Terzo Polo "deve rassegnarsi all'idea che è illusorio pensare che Berlusconi sgombri il campo". Secondo Bindi serve una grande alleanza tra progressisti, riformisti e moderati o l'Italia non ce la fa". Un'operazione che si compie dando "maggiore importanza alle scelte strategiche che dovrà compiere chi andrà al governo. Certo, ha aggiunto, con Grillo e i radicali anche per me diventa difficile..". Bindi ha lanciato poi l'invito a "non addormentarsi, non rilassarsi nella convinzione che tanto Berlusconi è finito. Anche io, ha concluso, ritengo che le elezioni in primavera siano probabili, e continuo a pensare che ci siano ancora alcune settimane di tempo per dare vita a quel governo di responsabilità nazionale che inseguiamo da un anno".

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