Parte la sfida in rosa per il Quirinale

Dalla Rassegna stampa

Pochi giorni fa è stato il presidente della Repubblica Napolitano a chiedere ai partiti di aprirsi «il più possibile a forze nuove» per «produrre il necessario cambiamento del quadro politico». Accettando la sollecitazione degli studenti con cui stava parlando, il Capo dello Stato si è augurato che il ruolo delle donne cresca. Ha anche immaginato un Quirinale in rosa. «Più le donne si faranno sentire - ha detto Napolitano - prima arriverà, e mi auguro presto, il momento in cui ci sarà anche una candidata donna a presidente della Repubblica e potrà essere eletta».

L'Ipr Marketing ha realizzato per Repubblica.it un sondaggio piuttosto illuminante: un italiano su due vorrebbe un presidente della Repubblica donna.

Alla fine del mandato di Napolitano manca ancora più di un anno, ma l'istituto diretto da Antonio Noto ha ipotizzato alcune candidate: «Si tratta dei nomi più visibili in questi mesi», spiega il sondaggista. Ebbene, la presidente del Partito democratico Rosy Bindi riscuote il 30% dei consensi, seguita dalla leader radicale EmmaBonino (20%). Poi ci sono la numero uno della Cgil Susanna Camusso, che si ferma al 12%, la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia all'11 e, infine, il ministro del Lavoro Elsa Fornero (10%). Gli elettori di centro sinistra preferiscono la Bindi e la Camusso, quelli di centrodestra la Marcegaglia e la Fornero. Più trasversale di tutte è la Bonino, che ottiene il 23% dei consensi dagli elettori di centro sinistra e il 20 da quelli di centrodestra.

«C'è la voglia di cambiare spiega Noto - Non perché sia venuta meno la fiducia in Napolitano, che resta altissima, ma perché una donna al Quirinale sarebbe il simbolo di una piena modernità».

Nel frattempo i simpatizzanti della Bonino hanno cominciato una piccola campagna elettorale. Non è la prima volta. Anche nel 2006, prima dell'elezione di Napolitano, non mancarono le manifestazioni a favore della leader radicale. Allora lo slogan della Bonino era «Finalmente l'uomo giusto». Chissà che stavolta non abbia più fortuna.

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