Per la parità delle donne sul lavoro modificare i ruoli anche in famiglia

Dalla Rassegna stampa

Non compensazioni, ma parità. L'obiettivo indicato ieri al Corriere per il mondo femminile da Elsa Fornero, ministra del Lavoro e delle Pari opportunità, indica una sfida di ampia portata. Perché la compensazione spinge le situazioni a rimanere immobili (esempio: vai in pensione prima perché devi occuparti dei figli; ma dal momento che devi occuparti dei figli non trovi lavoro o, se ci riesci, sei pagata meno e non fai carriera), mentre parità significa modificare i ruoli di uomini e donne nella vita pubblica (il lavoro) e nella vita privata (la famiglia) rendendoli intercambiabili.

«Quando sento dire "io lavoro molto e poi devo anche occuparmi di mio marito e della casa" dico che le famiglie condividono ancora troppo poco i lavori di cura», ha sottolineato la ministra. Nel biennio 2008-2009, secondo l'ultima rilevazione Istat, i176,2% del lavoro familiare era a carico delle donne, poco meno del 77,6% registrato nel biennio 2002-2003, ed è una asimmetria che riguarda tutto il Paese, anche se nel Nord raggiunge sempre livelli più bassi. Cucinare, pulire, riordinare, lavare, stirare sono lavori svolti quasi esclusivamente dalle donne (soprattutto lavare e stirare), mentre gli uomini si occupano più della manutenzione della casa e di piante e animali. Quanto ai figli, resta a carico della madre che lavora il 65,8% del lavoro di cura (75,6% se non è occupata), con compiti però anche in questo caso diversi: cure fisiche, di sorveglianza e aiuto compiti per le donne, prevalentemente attività ludiche per gli uomini.

È un tema antico con cambiamenti lentissimi perché le radici sono nella cultura, non nelle possibilità economiche, come ha dimostrato un recente studio per Valore D degli economisti Alberto Alesina e Andrea Ichino: lo squilibrio è uguale anche nelle coppie in cui la donna è una manager. Riprendendo la provocazione di Ichino, quindi, più che in azienda, «è in famiglia che dovrebbero essere istituiti i comitati per le pari opportunità». Quanto alle donne, dovrebbero imparare a chiedere o a non fare; e anche a lasciare spazio a quegli uomini che oggi sembrano cercare un molo più paritario.

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