Il Papa e la pedofilia: serve il pentimento

«La mia speranza è che possa aiutare nel processo di pentimento, guarigione e rinnovamento». Benedetto XVI annuncia che firmerà domani la sua lettera ai fedeli irlandesi - uscirà sabato - e riassume in tre parole il senso di un testo scritto «come segno della mia profonda preoccupazione» e per affrontare la «situazione dolorosa» dei pedofili in una Chiesa «severamente scossa» dalla crisi. Il Papa aveva già parlato di «sdegno, tradimento e vergogna». Hans King invoca un «mea culpa», Benedetto XVI parla di «pentimento». La lettera, spiegano Oltretevere, andrà nel senso di ciò che il Papa disse nel 2008 in volo per l'Australia: «Penso che questo sia il senso fondamentale del "chiedere scusa": che sia meglio e più importante il contenuto della formula e che il contenuto debba spiegare in cosa il nostro comportamento è stato carente, che cosa dobbiamo fare, in che modo prevenire e come guarire e riconciliare».
Ieri ha chiesto scusa il cardinale e primate d'Irlanda Sean Brady, che 35 anni fa, giovane sacerdote, mantenne il segreto voluto dai superiori su un caso di abuso, «mi vergogno per non essere sempre stato fedele ai valori in cui credo». Intanto il Papa ha affidato al cardinale Camillo Ruini il compito di presiedere la commissione internazionale di inchiesta sulle «apparizioni» mariane a Medjugorje, mai riconosciute. La Chiesa è divisa, l'indagine durerà almeno un anno, il cardinale Ruini riassume: «Più riserbo c'è e meglio è».
© 2010 Corriere della Sera. Tutti i diritti riservati
SU
- Login to post comments