Il papa Cordero

Dalla Rassegna stampa

Per Luca Cordero di Montezemolo si apre la settimana decisiva, in senso letterale. Dopo almeno tre anni vissuti da leader potenziale, stavolta tutto sarebbe pronto per la scelta finale per il no o - come sembra quasi certo - per il sì. Ovvero nell'inevitabile calco berlusconiano, per la discesa in campo, con i rischi che l'impatto con numeri e consenso comporta. A metà settimana Italia Futura, il think tank concepito esattamente un anno fa dal presidente della Ferrari, non più presidente né della Fiat né di Confindustria, avrà a disposizione un sondaggio "molto serio" commissionato per testare non più solo l'autorevolezza del personaggio e l'efficacia del brand, ma anche lo spazio politico e la collocazione. L'inner circle montezemoliano naturalmente nega (non il sondaggio, ma il grado dì convinzione di Montezemolo) cercando argomenti nella storia recente: "Si disse anche quando lasciò Confindustria che sarebbe passato alla politica, ma non è stato così".
E ancora: Ti vorrebbe almeno un anno per trovare i mille candidati necessari per fare una lista, non sembra che ci sia un'operazione di fund raising avviata, né ci sono mai stati incontri con altri leader politici come Casini, Fini o Rutelli". L'occasione ufficiale per una mossa dichiaratamente politica peraltro è già pronta: a novembre Italia Futura presenterà non una, ma tre ricerche sul tema della disoccupazione giovanile. Andrea Romano, anima della fondazione, spiega che si tratta di questioni vicine alla gente. Il primo paper di Marco Simoni, economista della London School of Economics che scrive per l'Unità (ma è di provata fede liberal), tratterà questioni come i contratti di lavoro, la fiscalità, i finanziamenti per le imprese giovanili.
Un altro documento, firmato da Stefano Micelli dell'Università di Venezia è dedicato all'artigianato, e il sapore nordista non è di poco rilievo. Irene Tinagli guarderà alle ricette degli altri, fuori dall'Italia. A Italia Futura negano che l'altra riunione significativa, quella dell'11 ottobre a Roma con i soci finanziatori, provi il passaggio alla fase operativa. L'idea è di irrobustire l'iconografia tradizionale che rappresenta Montezemolo come eterno corteggiato a sinistra e a destra, sempre sul punto di passare dalla leadership in potenza a quella in atto, ma poi vittorioso sulla tentazione. Eppure un articolo di Raffaella Polato sul Corriere di domenica, e precedentemente la presa di posizione secca di Italia Futura contro la Lega che chiacchiera molto ma poi fa poco e non il federalismo, indicano un'accelerazione. Confermata anche dal pressing di un collega e competitor conce l'ad della Fiat Sergio Marchionne. Soprattutto scommettono su Montezemolo i centristi terzopolisti"Scende, scende. Questione di venti giorni al massimo", si sussurrava in platea durante un meeting internazionale sulla sicurezza organizzato dall'Api di Rutelli venerdì scorso alla Camera, con Casini e Fini "Montezemolo andrebbe da solo", giurano. Chi dà per sicura la discesa in campo non ha altrettanta sicurezza sui complementi di luogo.
Le ipotesi in circolazione sono quattro: la prima e più probabile è la corsa solitaria, una specie di lista civica applicata alle politiche. A partire da un'agenda che "parli al paese", anche a costo di sconfinare nell'antipolitica. "Non vuole farsi trascinare nella politique politicienne, né in rituali tipo le primarie del Pd", racconta chi sta monitorando da vicino le mosse di LCdM. La formazione potrebbe nascere da ItaliaFutura, contendendo la parola futuro al nascente partito di Fini. Un'alleanza strutturata con quest'ultimo è in realtà la seconda ipotesi, perché di sicuro filtra dall'entourage: Montezemolo non farebbe mai il quarto uomo, con Casini, Rutelli e Fini.
La terza ipotesi è il Papa straniero: Montezemolo leader del centrosinistra, modello Prodi, con tutti da Fini a Vendola. L'ipotesi nel Pd trova sponsor soprattutto nei veltroniani e in Veltroni che potrebbe coronare il sogno di non cedere lo scettro della premiership a Casini e nemmeno a Vendola. Più scettico il partito Repubblica che pure ha dedicato copertine e plauso a Montezemolo ogni qualvolta abbia criticato Berlusconi. Infine da destra giungono ipotesi addirittura di una formazione montezemoliana nell'area dell'attuale maggioranza come mossa inclusiva berlusconiana, "Non so cosa farà Montezemolo, ma bene un suo impegno", dicevano domenica Pier Luigi Bersani ed Enrico Letta. Massimo Cacciari lo ha dipinto come l'unico possibile salvatore, l'unico anti Berlusconi e lui, l'interessato, vorrebbe probabilmente essere proprio questo: un altro uomo del fare, un fare naturalmente diverso e più cool. Certo le attività personali da subordinare alla politica non sono di poco conto: treni ad alta velocità, Ferrari, il fondo di investimento Charme. E la domanda (retorica) è se non sia un po' interessato alla discesa pure il quarto partito, come lo chiama Alberto Statera su Rep., quello degli imprenditori che indicano in Montezemolo il salvatore.

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