Pannella: una sfiducia verso tutto il regime

La rivalutazione del "Marco". Il dibattito parlamentare di questi giorni ha acceso i riflettori sulla pattuglia radicale presente nel gruppo parlamentare del Partito democratico. Molti si sono chiesti cosa faranno i radicali al momento del voto. Marco Pannella lo ha detto nel corso della conversazione settimanale della domenica a "Radio Radicale": "Sfiduciare, quindi, stando così le cose e necessariamente sfiduciare specificamente e istituzionalmente il governo, ma più in generale, è sfiduciare anche tutto il Regime con le sue maggioranze e con le sue opposizioni". La scelta di Pannella non è una sorpresa per nessuno. È dal 1996 che Marco Pannella ha abbandonato l’ipotesi di un accordo con il centrodestra. Il rapporto tra Pannella e Berlusconi è risultato sempre molto problematico.
Sarebbe stato un miracolo se il rapporto fosse ripreso in un frangente come questo. Un voto di fiducia nei confronti di questo governo sarebbe stata una sconfessione della politica radicale di questi anni, che ha fatto scelte antitetiche alla politica del centrodestra. Però, una parte del ragionamento fatto da Marco Pannella può essere messa in discussione. Quando il leader radicale sostiene che il voto di sfiducia riguarda "le maggioranze" e "le opposizioni", alla fine si contraddice. Questo voto di sfiducia, di fatto, favorirebbe una parte del regime, quella delle "grandi ammucchiate" che i radicali hanno sempre combattuto. Quando i radicali si sono schierati contro il cosiddetto regime non hanno mai votato insieme ad una parte del regime stesso. Tra il 1983 e il 1987 i radicali si astennero da ogni dibattito nel corso di quella legislatura.
Lo fecero in tutte le votazioni, escluse quelle sul Concordato, nelle quali si trovarono da soli. Quella fu senza dubbio una scelta particolare, che fu spiegata in più di un occasione da Pannella come una scelta contro il regime. Quella scelta, dobbiamo dirlo per obiettività, era stata determinata anche dal modo in cui questa forza politica si era presentata al voto delle politiche del 1983. Alle elezioni politiche di quell’anno, i radicali presentarono proprie liste con l’esplicito obiettivo di poter così usufruire degli spazi istituzionali di comunicazione politica allo scopo di invitare i cittadini ad annullare la scheda, astenersi o "votare scheda bianca".
Lo stesso Pannella scriveva su "Notizie Radicali": "Bisogna che il paese, attraverso l’affermazione del rifiuto del voto, della scheda di proposta (annullata), della scheda bianca, neghi a queste elezioni dignità e legittimità democratiche, perché i partiti siano costretti a mutare radicalmente politiche e comportamenti". In questi giorni abbiamo visto le stesse critiche di Pannella contro il regime, ma non abbiamo visto il medesimo atteggiamento astensionista. E visto che i rapporti tra Radicali e Partito democratico non sono stati certamente ottimi, ci chiediamo perché Pannella abbia annunciato di voler onorare questo voto con una sfiducia contro Berlusconi e non lo abbia fatto invece con una sfiducia contro quello che ha sempre definito il regime. In base a questo schema, la scelta migliore sarebbe stata l’astensione, E non certo per favorire Berlusconi, ma per mettere ancora di più in crisi quel sistema che i radicali combattono da sempre.
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