Pannella e Toaff, buon compleanno a due grandi italiani

In questi giorni si festeggiano due compleanni di italiani speciali: gli 80 anni di Marco Pannella e i 95 di Elio Toaff. Ho avuto l’onore e la fortuna di conoscerli bene entrambi e di poter intraprendere con loro belle battaglie di civiltà: con Marco, abbiamo frequentato le aule di giurisprudenza all’Università di Roma, e, da compagni di corso, abbiamo cominciato insieme a fare politica. Con una grande differenza, però: lui era impegnato nella Ugi, la formazione che raccoglieva i giovani universitari liberali, io invece ero un iscritto al Partito comunista italiano.
Lui aveva ragione già allora, invece io avevo torto; mi sono ravveduto nel 1956, uscendo dal Partito comunista a causa della rivoluzione di Ungheria, e ho abbracciato le battaglie liberali di Marco: senza la sua costanza, molte conquiste di civiltà, questo nostro curioso Paese, ancora le aspetterebbe. Anch’io, quest’anno, compirò 80 anni, ma non mi azzarderei a uno sciopero della fame, nemmeno per la più alta delle cause. Marco invece, ancora lo fa, con coraggio e un po’di incoscienza. Mi sembra giusto unirmi a quanti chiedono al Capo dello Stato, per Pannella, il seggio di senatore a vita.
Con Toaff ho condiviso tavoli di lavoro e tanti viaggi in Israele. Anche lui è un uomo coraggioso ma, mentre Pannella è un laico, il Rabbino emerito di Roma è certamente un uomo di fede. Toaff ha saputo essere anche un abile politico, mettendo, grazie alla sua enorme forza morale e alla sua autorevolezza, la questione ebraica al centro del dibattito italiano. La sua storia personale è da tutti conosciuta e somiglia a un romanzo: chissà che prima o poi la Rai si decida a trarne una fiction, sarebbe davvero utile.
L’eccezionalità dei due uomini è in primo luogo nella loro assoluta normalità, espressa nell’affrontare la vita di ogni giorno con onestà e rigore: mai si potrà dire, di questi due grandi italiani, che abbiano agito per il loro tornaconto: non si sono arricchiti, non hanno creato lobby di faccendieri, viceversa hanno costruito movimenti positivi, che hanno contribuito a migliorare la vita di tutti. Oggi verranno festeggiati in modo diverso, da persone differenti ma con eguale intenso affetto: ricordiamoli.
Lui aveva ragione già allora, invece io avevo torto; mi sono ravveduto nel 1956, uscendo dal Partito comunista a causa della rivoluzione di Ungheria, e ho abbracciato le battaglie liberali di Marco: senza la sua costanza, molte conquiste di civiltà, questo nostro curioso Paese, ancora le aspetterebbe. Anch’io, quest’anno, compirò 80 anni, ma non mi azzarderei a uno sciopero della fame, nemmeno per la più alta delle cause. Marco invece, ancora lo fa, con coraggio e un po’di incoscienza. Mi sembra giusto unirmi a quanti chiedono al Capo dello Stato, per Pannella, il seggio di senatore a vita.
Con Toaff ho condiviso tavoli di lavoro e tanti viaggi in Israele. Anche lui è un uomo coraggioso ma, mentre Pannella è un laico, il Rabbino emerito di Roma è certamente un uomo di fede. Toaff ha saputo essere anche un abile politico, mettendo, grazie alla sua enorme forza morale e alla sua autorevolezza, la questione ebraica al centro del dibattito italiano. La sua storia personale è da tutti conosciuta e somiglia a un romanzo: chissà che prima o poi la Rai si decida a trarne una fiction, sarebbe davvero utile.
L’eccezionalità dei due uomini è in primo luogo nella loro assoluta normalità, espressa nell’affrontare la vita di ogni giorno con onestà e rigore: mai si potrà dire, di questi due grandi italiani, che abbiano agito per il loro tornaconto: non si sono arricchiti, non hanno creato lobby di faccendieri, viceversa hanno costruito movimenti positivi, che hanno contribuito a migliorare la vita di tutti. Oggi verranno festeggiati in modo diverso, da persone differenti ma con eguale intenso affetto: ricordiamoli.
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