Pannella: «Iraq, è ora di dire la verità»

Nuova clamorosa iniziativa di Marco Pannella: «Questa sera, a mezzanotte, inizierò il mio Satyagraha (il tipo di lotta non violenta praticata da Gandhi, Martin Luther King, Aung San Suu Kyi), con uno sciopero della fame, anche per celebrare così, e dar corpo, volto, mano, voce alla solenne "Giornata internazionale della non violenza" proclamata dall'Onu», ha detto intervenendo al comitato di Radicali italiani. Ma il leader storico radicale dà anche un'importante notizia: «Gli obiettivi sono la questione giustizia e carceri italiane e la richiesta di fare chiarezza sulla vicenda dell'esecuzione di Saddam Hussein per il quale era stato, invece i Radicali ipotizzavano l'esilio». E racconta meglio questo secondo tema: «La ricerca della conoscenza su una tremenda, "incredibile" verità storica, nascosta e negata in primo luogo proprio - oggi - nel e dal nostro mondo libero, "occidentale", "civile", dei "diritti umani". Accadde - continua Pannella - il 18/19 marzo 2003, che Bush e Blair fecero letteralmente scoppiare la guerra sol perché non scoppiassero in Iraq la libertà e la pace; con l'esilio, oramai accettato, da Saddam».
Pannella conosce bene la vicenda, perché insieme con i radicali fece una lunghissima opera di intermediazione per scongiurare la guerra. «Oggi - prosegue - dobbiamo ambire, purtroppo - come Nonviolent Radical Party transnational and transparty - ad aiutare per primo Obama, la bandiera, l'onore, il popolo americano a uscire dalla scelta di protrarre l'impero della menzogna bushiana, storica, civile, morale, ai danni di tutti i popoli oggi viventi: ai danni in primo luogo di quei repubblicani che l'avevano eletto e che più di altri - quindi - sono stati vittime di un tradimento blasfemo, che ha provocato e provoca l'eccidio di milioni fra americani e altri popoli». Pannella conclude chiedendo l'istituzione di una commissione italiana di inchiesta sulla verità di quegli eventi, per di aiutare in primo luogo governo e parlamento italiani, la giurisdizione internazionale, le persone tutte di buona volontà a dare il loro contributo, perché la verità sì affermi».
Il secondo obiettivo dell'iniziativa, come detto, riguarda la giustizia e le carceri italiane, diretta riproposizione sociale, morale, istituzionale della Shoah, dice Pannella. «Riproposizione, anche formale, di una orrenda verità letteralmente accecante, totalmente cieca. Fu (e minaccia di essere) il prevalere storico di un istinto bestiale, assassino e suicida, nella specie umana. Oggi, in un nuovo contesto planetario, scienza e coscienza ci indicano che torniamo a viverlo come evento incredibile, impossibile; un incubo riuscito, dal quale sembrerebbe impossibile svegliare l'umanità, la comunità internazionale». Pannella ha concluso il suo intervento dicendo di temere che «questo Satyagraha, questo sciopero della fame possa rivelarsi il più duro, il più lungo, fra quanti ne ho praticati, se saprò sostenerlo innanzitutto moralmente. Per questo ho voluto scegliere questa pena, che valga anche peri tanti che l'avvertiranno, perché anch'essi possano farne alimento scegliendo di nuovo di essere speranza, lì dove sembrerebbe che non sia più possibile averne».
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