Pannella: «Le escort non sono il Diavolo»

Dalla Rassegna stampa
«Siamo ancora qua», dice con un sorriso Marco Pannella pensando a Vasco Rossi, tessera radicale numero 25 e alla sua «Eh, già» diventata l'inno del 39° Congresso del partito (oggi transpartito), transnazionale e non violento. Non pensa soltanto al compagno Blasco, il leader radicale, ma anche un po' al «capro espiatorio» Berlusconi con il quale ha accettato di discutere «scatenando illazioni», dice.
E soprattutto l'attenzione dei politologi che in quei contatti, dopo un amore iniziato anni fa e poi finito, vedono possibili nuovi accordi ipotizzando persino un sottosegretariato. Lui smentisce. «Io sottosegretario del governo Berlusconi? Una minestra riscaldata che noi non vogliamo mangiare». La sensazione però è che tra governo e radicali sia in atto un riavvicinamento. Dietro le quinte dei congresso di Chianciano, dedicato alle vicende internazionali e concluso con la speranza che la miccia del Nord Africa possa diventare una svolta contro le dittature avallate dall'Occidente, se ne parla diffusamente e si racconta di possibili nuovi incontri.
Ad agevolare il dialogo la riforma della giustizia che i radicali chiedono, inascoltati, da sempre. Anche perché l'opinione dominante nel partito sembra essere quella che uno scandalo sessuale non può costare le dimissioni di un premier. Così ieri nella giornata conclusiva, Pannella ricorda le escort. «Che non sono il diavolo ma solo escort». E aggiunge tra gli applausi: «Che palle questa storia».
Il segretario dei Radicali italiani, Mario Staderini, esclude un ingresso in maggioranza. Ma non nega una possibilità di votare buone leggi anche del governo di centrodestra. «Siamo liberi di dire sì a tutti i provvedimenti che condividiamo». E forse la riforma della giustizia potrebbe essere tra questi.

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