Pannella alleato di Berlusconi? La Bonino lo tira per la giacca

Marco Pannella un po’ vorrebbe e un po’ no. Da un lato, causa una connaturata diffidenza radicale per giudici e tribunali, gli piacerebbe contribuire a riformare, una volta per tutte, la giustizia, ma dall’altro lato teme le reazioni della sua più stretta compagna d’armi, Emma Bonino, che di un’alleanza anche limitata e temporanea col Cavaliere non vuole saperne.
Emma Bonino ha sempre avuto un debole per il centrosinistra, e prima ancora per la sinistra tout court (cioè la sinistra dei tempi beati, quando Tonino Di Pietro e gli altri destrorsi, oggi persino i fascisti caviar di Futuro e libertà, ancora non dettavano legge ai partiti del popolo). Anche Pannella detesta, beninteso, la destra italiana, ma la detesta perché non ha nulla di liberale, zero liberalismo, libertarismo niet, mentre la Bonino (così dicono) la detesta e basta.
Silvio Berlusconi, in ogni modo, che non è di destra né di sinistra, qualunque cosa se ne dica nei comizi dell’opposizione, sta facendo ai radicali una corte serrata. Pannella esita e la Bonino lancia anatemi contro il berlusconismo dalle colonne dei giornali amici. Ma sarebbe davvero disposto, il Gran sultano d’Arcore, ad affidare il ministero della giustizia al leader radicale, come si mormora nei corridoi del Palazzo? Berlusconi, com’è ormai evidente, sarebbe disposto a tutto pur di mettere un bastone tra le ruote di Ilda Boccassini, ma i suoi consiglieri e consigliori non gli permetteranno mai (meglio interdirlo) d’arrischiare una simile mossa, che i cattolici del centrodestra, per non parlare delle massime autorità ecclesiali, avverserebbero in ogni maniera.
Berlusconi è il più spregiudicato dei politici devoti alla realpolitik (che non sarà un «teatrino» ma poco ci manca). È bravo. Niente da dire. Esce incolume dai peggiori incidenti, festini e «bunga bunga» compresi. Eppure ci sono mosse vietate anche a un outsider come lui: tra queste, il ministero della giustizia al leader dei radicali (piuttosto il laticlavio a una velina, o a un cavallo). Pannella, che alla sua età, e col suo curriculum, una o due soddisfazioni se le meriterebbe, dovrà pertanto tenersi la voglia di riformare la giustizia (come se la tiene, del resto, anche lo stesso Berlusconi). A cospirare contro i sogni proibiti del leader radicale non sono però soltanto i bigotti e gli invidiosi del centro destra. Anche Emma Bonino vuol tenerlo lontano dalle ville berlusconiane e quindi da un possibile ruolo rivoluzionario (verosimilmente l’ultimo, quarant’anni dopo il referendum sul divorzio) in questo ennesimo crepuscolo dell’ennesima Italietta.
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