Palazzo Chigi si prepara e guarda oltre il voto: «Lasceremo il paese ad altri, e più rasserenato»

Dalla Rassegna stampa

«Quando lasceremo ad altri, nei prossimi mesi, il governo del paese, spero di lasciano un po' meno rassegnato e un po' più rasserenato». Dopo la candidatura ufficiale a succedere a se stesso nel 2013 espressa a New York, Mario Monti torna a parlare del futuro, Un modo accorto per sondare favorevoli e contrari alla permanenza anche nella prossima legislatura del governo «emergenziale» e di coalizione richiesto dalla Bce nell'estate del 2011. Il Professore vede crescere il fronte degli entusiasti: oltre al «terzo polo» di Casini e Fini anche i futuri listoni «moderati» di Montezemolo e Marcegaglia, la Cisl, la Confindustria targata Squinzi (purché il premier si presenti al voto in prima persona) e infine la stessa Chiesa italiana che, per bocca del cardine! Bagnasco presidente della Cei, ha fatto sapere che la situazione è talmente grave che tutti devono fare la propria parte «in sinergia» con gli altri.

A parte Flí e Udc però di consenso il premier parlamento finora ne trova poco. Pd e Pdl restano ostili, per non parlare di Sel, Idv, Lega e Prc. Scettica anche Susanna Camusso, segretaria della Cgil, «chi vuole governare si presenti. E presenti il suo programma». Mentre la radicale Emma Bonino fa notare il paradosso delle uscite di Casini e Fini, che candidano da subito Monti chiedendo una croce sul proprio simbolo: «Il loro messaggio è votate noi, e noi al governo mandiamo uno che non si è presentato, ma che è molto più capace e molto più credibile di noi». In effetti, una cosa così può accadere solo nel salottino della politica italiana. Per Nicola Latorre del Pd «nascondersi dietro Monti, che ha già dichiarato di non volersi candidare, è un modo fin troppo evidente per dissimulare la debolezza della propria offerta politica». Ribolle anche l'area berlusconiana del Pdl - che è arenato in una distruttiva resa dei conti interna e si trova senza alleati disponibili - per Cicchitto e Matteoli il Monti bis appare «un'operazione virtuale».

 

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