Palazzo Chigi: intesa merito nostro. Decisiva la telefonata con Berlino

Silvio Berlusconi reclama uno spazio e un ruolo nella maratona notturna più drammatica vissuta nella storia dell’euro. L’esito della trattativa soddisfa il governo e la maggioranza, che plaudono al maxi-piano fino a 750 miliardi adottato a sostegno dell’euro. All’interno del quale il nostro presidente del Consiglio rivendica di aver svolto un ruolo tutt’altro che secondario. Il Cavaliere è ad Arcore quando, a mezzogiorno di ieri, l’ufficio stampa della presidenza del Consiglio dirama un lungo comunicato per manifestare «piena soddisfazione» per la conclusione del vertice europeo di domenica. Un estenuante tour de force, vissuto tra alti e bassi e per sbloccare il quale, afferma Palazzo Chigi, «un impulso fondamentale» l’ha dato proprio Berlusconi. Per la precisione quando, «poco prima dell’una di notte, ha chiamato al telefono il cancelliere Merkel», invertendo così una tendenza che «fino a quel momento» vedeva un negoziato che «si stava arenando». E che ha fatto temere a Giulio Tremonti, il ministro dell’Economia che ci rappresentava a Bruxelles, «non che l’Europa divenisse più debole, ma che alla fine si dissolvesse, invece ha mostrato di essere capace di fare il bene di tutti». Un Tremonti che è stato
seriamente preoccupato: «Io non so quanti hanno capito cosa poteva succedere, credo la catastrofe». La nota enumera poi le altre telefonate intercorse, ora per ora, «con i suoi principali omologhi europei, con il presidente (della Commissione Ue, ndr) Barroso, con il commissario Tajani e con il ministro Tremonti». Una «lotta contro il tempo sempre più serrata», ricorda ancora l’insolito comunicato ricostruzione. La certezza, per Palazzo Chigi, è che la telefonata Berlusconi-Merkel ha rappresentato una svolta, dopo la quale «si è materializzata sul tavolo una nuova bozza di compromesso, poi tradotta nell’accordo finale»; e che comunque «ricalcava», secondo il nostro governo, «i concetti e le linee» già proposti dall’Italia alla vigilia. Non è tutto: il comunicato ascrive ai «contatti» avuti dal Cavaliere con i primi ministri spagnolo, Zapatero, e portoghese, Socrates, un «ruolo determinante» anche per far accettare ai due stati della penisola iberica «le addizionali misure» antideficit imposte loro dall’Ue. In effetti il fondo anti-speculazione e il disco verde all’acquisto, da parte delle banche centrali, di titoli del debito pubblico dei vari stati erano due idee propugnate dal Cavaliere sin dalla giornata di venerdì. Anche Tremonti ha sottolineato il «contributo di Francia, Germania e Italia».
Sono gli stessi concetti ripresi dal ministro degli Esteri, Franco Frattini che, nell’affermare che «contro la speculazione credo che abbiamo usato lo strumento migliore sia per quantità che per qualità», ha voluto richiamare anche l’azione del presidente Usa Obama che nell’occasione si è comportato da «vero amico dell’Europa». Il centrodestra è compatto, comunque, nel lodare le decisioni prese in sede Ue. «E’ un fatto importantissimo che ha premiato la posizione italiana», ha sostenuto il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi. Al coro dei soddisfatti si è unito Tajani: per il commissario Ue «l’Italia è stata protagonista per dare una risposta politica», non fosse altro perché «conosce i problemi del debito pubblico, quindi è esperta in questo settore». Infine, secondo Maurizio Gasparri, un esplicito «ringraziamento per l’apporto di Berlusconi» è stato riconosciuto ieri da Barroso nel vertice dei capigruppo del Ppe.
seriamente preoccupato: «Io non so quanti hanno capito cosa poteva succedere, credo la catastrofe». La nota enumera poi le altre telefonate intercorse, ora per ora, «con i suoi principali omologhi europei, con il presidente (della Commissione Ue, ndr) Barroso, con il commissario Tajani e con il ministro Tremonti». Una «lotta contro il tempo sempre più serrata», ricorda ancora l’insolito comunicato ricostruzione. La certezza, per Palazzo Chigi, è che la telefonata Berlusconi-Merkel ha rappresentato una svolta, dopo la quale «si è materializzata sul tavolo una nuova bozza di compromesso, poi tradotta nell’accordo finale»; e che comunque «ricalcava», secondo il nostro governo, «i concetti e le linee» già proposti dall’Italia alla vigilia. Non è tutto: il comunicato ascrive ai «contatti» avuti dal Cavaliere con i primi ministri spagnolo, Zapatero, e portoghese, Socrates, un «ruolo determinante» anche per far accettare ai due stati della penisola iberica «le addizionali misure» antideficit imposte loro dall’Ue. In effetti il fondo anti-speculazione e il disco verde all’acquisto, da parte delle banche centrali, di titoli del debito pubblico dei vari stati erano due idee propugnate dal Cavaliere sin dalla giornata di venerdì. Anche Tremonti ha sottolineato il «contributo di Francia, Germania e Italia».
Sono gli stessi concetti ripresi dal ministro degli Esteri, Franco Frattini che, nell’affermare che «contro la speculazione credo che abbiamo usato lo strumento migliore sia per quantità che per qualità», ha voluto richiamare anche l’azione del presidente Usa Obama che nell’occasione si è comportato da «vero amico dell’Europa». Il centrodestra è compatto, comunque, nel lodare le decisioni prese in sede Ue. «E’ un fatto importantissimo che ha premiato la posizione italiana», ha sostenuto il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi. Al coro dei soddisfatti si è unito Tajani: per il commissario Ue «l’Italia è stata protagonista per dare una risposta politica», non fosse altro perché «conosce i problemi del debito pubblico, quindi è esperta in questo settore». Infine, secondo Maurizio Gasparri, un esplicito «ringraziamento per l’apporto di Berlusconi» è stato riconosciuto ieri da Barroso nel vertice dei capigruppo del Ppe.
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