Il Paese dei senza misura

Siamo un paese senza mezze misure e la lista dei ministri lo conferma. Diversi articoli hanno già arpeggiato sul brusco passaggio dalla bandana al loden. Specie negli ultimi tempi il Cavaliere somigliava sempre più a De Niro versione "Gli intoccabili " e lo stacco con l'algido e inappuntabile presidente bocconiano non poteva essere più netto. Ma la composizione del governo accentua questa impressione.
Non si può non notare che dove c'era Mariastella Gelmini, avvocatessa lombarda abilitata da un esame in Calabria, da oggi siede l'ex rettore del Politecnico di Torino, attuale presidente del Cnr. Al ministero della Difesa da «Vogliamo i colonnelli» siamo almeno passati agli ammiragli. E così via. La soddisfazione sembra pressoché unanime, perfino Fabrizio Cicchitio parla di «ministri di alto livello». Non li vedremo urlare «Fammi concludere!» a Ballarò. Per oggi questo potrebbe bastare come motivo di soddisfazione. Ma può durare? Basta un curriculum invidiabile, un look adeguato, una sicura competenza, a produrre quell'alchimia complicata che produce la politica che poi lascia traccia positiva nel tempo e che oggi è quello che ci serve assolutamente e subito? Ha fatto furore su Facebook uno dei commenti più tempestivi e ironici postati subito dopo la lettura dell'elenco dei ministri: «Tuttavia sconcerta la repentina esclusione della Contessa Serbelloni Mazzanti Vien dal Mare». L'ha scritto un noto editorialista. Apprezzata l'ironia non resta che sperare che esageri.
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