Ottomila firme per il reato di tortura

Ottomila firme consegnate al vicepresidente del Senato Emma Bonino. Tale è il numero dei cittadini italiani e di altri stati europei che hanno sottoscritto la petizione promossa sall'Acat Italia (Azione dei cristiani per l'abolizione della tortura) per l'introduzione del reato di tortura nel codice penale italiano. Con l'appello, lanciato nel dicembre del 2009 in occasione del 61° anniversario della dichiarazione dei diritti umani, i promotori dell'iniziativa chiedono «a1 Presidente dalla Repubblica, ai Presidenti della Camera e del Sanato, al Presidente del Consiglio dei Ministri, di adoperarsi affinchè si introduca nel diritto penale italiano il reato di tortura, dando positivo sbocco alle specifiche proposte di legge giacenti nei due rami del parlamento, superando le resistenze che finora hanno impedito la loro approvazione». Cosi facendo l'Italia manterrebbe fede agli impegno internazionali assunti quando sottoscrisse e ratificò la Convenzione dell'Onu contro la tortura e altre pene o trattamenti inumani e degradanti. Emma Bonino che è anche presidente dell'associazione Nessuno Tocchi Caino, ha auspicato che l'appello promosso dall'Acat possa contribuire a far riemergere da qualche cassetto i vari progetti di legge. Nel corso dell'incontro i membri del comitato organizzativo di Acat (Maria Elisa Tittoni, Maria Vittoria Zaffino e Massimo Corti) hanno avuto modo di illustrare l'attività dell'associazione.
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