Ottant'anni e non li dimostra

Caro Arturo, cari amici de "L’Opinione",
con qualche giorno di ritardo (ma il 2 e il 3 maggio, domenica e lunedì, "L’Opinione non esce), vorrei anche da qui fare gli auguri ad un vecchio "lupo", od "orso" abruzzese; come ama a volte definirsi, nato proprio oggi nel 1930 a Teramo.
Ottant’anni (od ottantuno, come lui dice), non sono pochi, se vissuti come lui li ha vissuti: mettendosi in gioco ogni giorno con "leggerezza", protagonista di una quantità di iniziative di liberazione e di libertà di cui tutti almeno una volta abbiamo beneficiato nella vita. Parlo, come si sarà ben compreso, di Marco Pannella. Sul conto di questo vecchio "lupo", od "orso", se ne sono dette e scritte tante. Tra le tante un paio di definizioni credo diano la rappresentazione esatta dell’uomo, del politico, che poi sono la stessa cosa: Leonardo Sciascia ha detto di lui che "è il solo uomo politico italiano che costantemente dimostri di avere il senso del diritto, della legge, della giustizia".
Umberto Eco anni fa ha scritto che ha insegnato a molti italiani non tanto come si possa far buon uso dei mezzi che la libertà ci consente di usare, "ma come si fa a diventare liberi, e soprattutto a meritarselo". Ed Eugenio Montale ha scritto che "dove il potere nega, in forme palesi ma anche con mezzi occulti, la vera libertà", spuntano ogni tanto uomini ispirati come Andrei Sacharov o come lui, che "seguono la posizione spirituale più difficile che una vittima possa assumere di fronte al suo oppressore: il rifiuto passivo. Soli e inermi, essi parlano anche per noi".
E siccome si tratta di fgare gli auguri per un compleanno, e non un monumento - per questo aspettiamo ancora un po’ - meglio fermarsi qui. Un’osservazione, però. Ciclicamente si parla della possibilità di nominare Pannella senatore a vita.
Ben venga, se viene, anche se ho ragione di credere che a lui, uomo di "marciapiede" che non ha mai portato a termine una legislatura, dimettendosi ogni volta prima della naturale (o imposta) scadenza, importerebbe più o meno un fico secco. Mi sono chiesto come mai non una delle tante università italiane, prodighe nel distribuire a una quantità di persone, lauree ad onore, non si sia sentita in dovere di darne una a Pannella: che incarna ogni giorno quel suo slogan che non è solo uno slogan: "Per la vita del diritto, per il diritto alla vita". Quello che insomma ha osservato Sciascia: ‘E’ il solo uomo politico italiano che costantemente dimostri di avere il senso del diritto, della legge, della giustizia". Che nessuno finora l’abbia pensato (o pensandolo, abbia subito ricacciato il pensiero) è segno anch’esso dei tempi non felici delle nostre università.
La faccio breve: ma penso come sarebbe stata noiosa e triste la nostra (e sicuramente la mia) vita, se non avessi conosciuto Marco, e quanto gli devo e mi ha aiutato a capire. lo gli sono enormemente debitore. E tutti noi, credo gli dobbiamo tanto, per quello che, per fortuna, siamo, e, per altrettanta fortuna, non siamo ma potevamo essere.
con qualche giorno di ritardo (ma il 2 e il 3 maggio, domenica e lunedì, "L’Opinione non esce), vorrei anche da qui fare gli auguri ad un vecchio "lupo", od "orso" abruzzese; come ama a volte definirsi, nato proprio oggi nel 1930 a Teramo.
Ottant’anni (od ottantuno, come lui dice), non sono pochi, se vissuti come lui li ha vissuti: mettendosi in gioco ogni giorno con "leggerezza", protagonista di una quantità di iniziative di liberazione e di libertà di cui tutti almeno una volta abbiamo beneficiato nella vita. Parlo, come si sarà ben compreso, di Marco Pannella. Sul conto di questo vecchio "lupo", od "orso", se ne sono dette e scritte tante. Tra le tante un paio di definizioni credo diano la rappresentazione esatta dell’uomo, del politico, che poi sono la stessa cosa: Leonardo Sciascia ha detto di lui che "è il solo uomo politico italiano che costantemente dimostri di avere il senso del diritto, della legge, della giustizia".
Umberto Eco anni fa ha scritto che ha insegnato a molti italiani non tanto come si possa far buon uso dei mezzi che la libertà ci consente di usare, "ma come si fa a diventare liberi, e soprattutto a meritarselo". Ed Eugenio Montale ha scritto che "dove il potere nega, in forme palesi ma anche con mezzi occulti, la vera libertà", spuntano ogni tanto uomini ispirati come Andrei Sacharov o come lui, che "seguono la posizione spirituale più difficile che una vittima possa assumere di fronte al suo oppressore: il rifiuto passivo. Soli e inermi, essi parlano anche per noi".
E siccome si tratta di fgare gli auguri per un compleanno, e non un monumento - per questo aspettiamo ancora un po’ - meglio fermarsi qui. Un’osservazione, però. Ciclicamente si parla della possibilità di nominare Pannella senatore a vita.
Ben venga, se viene, anche se ho ragione di credere che a lui, uomo di "marciapiede" che non ha mai portato a termine una legislatura, dimettendosi ogni volta prima della naturale (o imposta) scadenza, importerebbe più o meno un fico secco. Mi sono chiesto come mai non una delle tante università italiane, prodighe nel distribuire a una quantità di persone, lauree ad onore, non si sia sentita in dovere di darne una a Pannella: che incarna ogni giorno quel suo slogan che non è solo uno slogan: "Per la vita del diritto, per il diritto alla vita". Quello che insomma ha osservato Sciascia: ‘E’ il solo uomo politico italiano che costantemente dimostri di avere il senso del diritto, della legge, della giustizia". Che nessuno finora l’abbia pensato (o pensandolo, abbia subito ricacciato il pensiero) è segno anch’esso dei tempi non felici delle nostre università.
La faccio breve: ma penso come sarebbe stata noiosa e triste la nostra (e sicuramente la mia) vita, se non avessi conosciuto Marco, e quanto gli devo e mi ha aiutato a capire. lo gli sono enormemente debitore. E tutti noi, credo gli dobbiamo tanto, per quello che, per fortuna, siamo, e, per altrettanta fortuna, non siamo ma potevamo essere.
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