E ora spunta il Pier Ferdinando di centrosinistra

Una buona regola, quando la situazione politica è confusa, è guardare cosa fa Casini. Un paio di mesi fa il leader dell'Udc si muoveva silenziosamente in direzione di un riavvicinamento a Berlusconi. Con chi gli chiedeva conferme, ovviamente, negava. Poi un mese fa a sorpresa spuntò un incontro a due tra Casini e il Cavaliere, senza grandi promesse, a parte dare una mano sulla giustizia per svelenire il clima politico deteriorato.
Anche se Pier e Silvio s'erano tenuti cauti, l'impressione di tutti era che si stesse andando a un rientro in grande stile dell'Udc nel centrodestra, in vista dell'appuntamento delle regionali. All'indomani invece l'imprevedibile Casini era lì a trattare con il centrosinistra, pronto a chiudere subito un accordo per il Piemonte, dove sosterrà la ricandidatura della Bresso, e a spingere per il Veneto, dove annusa la possibilità di intercettare il voto di protesta degli ex Forza Italia per il siluramento del governatore Galan in favore della candidatura del ministro leghista Zaia. Passo dopo passo, poi, l'Udc ha convinto Bersani ad aprirgli la porta delle Marche, dove una volta il Pd vinceva tranquillamente da solo ma ora, prudentemente, ha deciso di imbarcare i centristi; e della Basilicata, che alla fine conterà sul tabellone finale su cui si dovranno fare i confronti con il 2005.
Cinque anni fa, complice la mediocre performance del precedente governo Berlusconi, il centrosinistra vinse in 11 regioni sulle 13 in cui si votava. Oggi un calcolo realista del senatore La Torre, basato sui voti delle europee, prevede che solo 3 di quelle 11 possano essere mantenute. Di qui lo stretto corteggiamento a Casini. Il quale Casini, in Puglia come in Lazio come in Calabria, preme e incoraggia, arriva a dichiararsi pronto a perdere pur di difendere un disegno che punti al definitivo affrancamento del Pd dall'ipoteca estremista della sinistra radicale, ma mette anche qualche paletto. E' esattamente a questi paletti che bisogna fare attenzione per capire come si comporrà alla fine il puzzle delle regioni. Per esempio: in Puglia Casini è pronto ad appoggiare Boccia, il candidato centrista del Pd, ma non Vendola, il governatore uscente ex Rifondazione. E nel Lazio alla simpatia per la candidata del centrodestra Polverini ha affiancato la presa di distanza dalla Bonino, al momento in corsa per il centrosinistra. Il Casini di centrosinistra, in altre parole, non ha affatto chiuso la porta al centrodestra, anche se localmente dall'interno del Pdl si stanno levando varie voci contro l'Udc. Pier non se ne preoccupa: è rimasto al suo incontro interlocutorio con Silvio, e sta solo aspettando che il Cavaliere, dopo la convalescenza, riprenda servizio.
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