Ora è Monti l'uomo da battere

Dalla Rassegna stampa

Adesso è il presidente del consiglio Mario Monti l'uomo da battere. Per Silvio Berlusconi è «un piccolo protagonista» se scende nell'agone politico. Per Pier Luigi Bersani non dovrebbe concedere che vengano stilate delle liste di candidati nel suo nome. L'antimontismo di Beppe Grillo, della destra e della sinistra massimalista, poi, è ben noto. Il Professore figura in campagna elettorale, anche se non ha ancora sciolto la riserva, con calibrate operazioni di immagine: dopo la visita a Marco Pannella in clinica per condividere la sua battaglia per il problema delle carceri, ieri c'è stata la visita alla Fiat di Melfi, dove giungeranno degli agognati investimenti, insieme all'ad Sergio Marchionne ma dove è stato ben accolto, («un po' a sorpresa» è stato riportato dalle cronache in loco, dagli stessi operai). E, poi, come non notare che il presidente della repubblica Giorgio Napolitano è giunto con ampio ritardo alla Farnesina, segno si è ascoltato o letto con attenzione tutto quanto affermato da Berlusconi a Radio anch'io su Radiorai? Potrebbe essere un'illazione, ma l'impressione ad ascoltare le sue successive parole è stata proprio che gli abbia risposto per le rime difendendo Monti a spada tratta.

Il Cav molla il Prof

«Rimarrei sorpreso se ci fosse una partecipazione di Monti alla campagna elettorale. Non sarebbe nel suo interesse diventare un piccolo protagonista da deus ex machina quale si era presentato». Dal passo indietro se si fosse candidato al «piccolo leader», come lo ha già tradotto qualcuno.

Il Pd ci spera ancora

«Noi siamo stati lealissimi con Monti. Francamente non avremmo immaginato una contesa. Se è così non abbiamo nessuna difficoltà. L'unica cosa di principio è che non credo che facciano bene all'Italia formazioni politiche create intorno alle persone». Bersani ci spera ancora e il suo vice Enrico Letta almeno spera che ci vada leggero.

Il presidente difende la sua creatura

Non s'era mi visto un presidente della repubblica fare campagna elettorale. Eppure, Napolitano ieri ha definito Monti «un grande civil servant» rispondendo così al «piccolo protagonista» affibbiato a Monti da Berlusconi. Sistemato il Prof accanto a «Luigi Einaudi», «Nino Andreatta», «Guido Carli», «Tommaso Padoa-Schioppa», «Mario Draghi», il presidente si è proiettato nel 2013 «denso di incognite» per «guardare all'Europa», non solo come «necessità economica» ma come «scelta politica». A scanso di equivoci: «L'Italia manterrà i suoi impegni, chiunque dovesse governare il Paese». Intanto Napolitano ha sbrigato il caso Sallusti. Il ministro Paola Severino ha ricevuto dal presidente la domanda di grazia in favore del direttore del Giornale che ha detto: «Non ho chiesto nulla».

Finale di legislatura

Il decreto liste pulite è bloccato alla commissione Bilancio come se costasse. Il decreto taglia-firme rischia di saltare per la cosiddetta norma salva Ignazio La Russa.Spese pazze in regione, lo scandalo si allarga

Si allarga lo scandalo dei presunti rimborsi illegali. Indagati altri 37 consiglieri della Lombardia che vanno ad aggiungersi ai 22 inviti a comparire dei giorni scorsi e ai tre indagati dello scorso ottobre. Tra nuovi indagati c'é anche il vice presidente del Senato Rosi Mauro. L'inchiesta coinvolge quasi tutti i consiglieri del Pdl e della Lega eletti o nel 2005 o nel 2010. Gli investigatori poi stanno analizzando anche le spese dei gruppi dell'opposizione dopo l'acquisizione di documenti al Pirellone effettuata venerdì scorso. Da Nord a Sud. A Napoli la guardia di finanza ha eseguito un'ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei riguardi del consigliere regionale della Campania Massimo Ianniciello (Pdl) per truffa aggravata. Secondo l'accusa, avrebbe percepito illecitamente un rimborso di circa 64mila euro esibendo fatture per operazioni inesistenti. L'arresto è scattato nell'ambito dell'inchiesta sull'uso dei fondi pubblici destinati ai gruppi politici della regione Campania.

 

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