Ora fa paura Militia Christi, l'ala radicale della chiesa

Dalla Rassegna stampa

C'è qualche timore per quello che potrebbe durante le celebrazioni per i 140 anni della presa di Roma. Oggi alle 12 davanti Porta Pia ci saranno i militanti di Militia Christi, organizzazione cattolica di estrema destra cui le autorità capitoline hanno concesso lo spazio, che ricorderanno a modo loro i caduti per la difesa di Roma. Nel piazzale di Porta Pia, ci sarà il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato vaticano, un fatto davvero inedito visto che si tratta delle celebrazioni per la fine dei potere temporale della Chiesa. Fianco a fianco con il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano. Sarà un altro passo di riconciliazione fra Stato e Chiesa. La cosa non è piaciuta a tutti, se ieri mattina, capeggiate dai Radicali, una cinquantina di organizzazioni laiche di atei, difensori dei diritti civili dei gay, dei mondo della scuola, si sono date appuntamento per una celebrazione alternativa.
D'altro canto che la presenza a Porta Pia del Vaticano potesse suscitare polemiche, era inevitabile. Resta il fatto che nei sacri palazzi romani si annette una grande importanza all'evento. Ma se le buone relazioni sono una costante degli ultimi decenni, un simile feeling è tanto più verificabile sotto la presidenza di Napolitano cui la Chiesa, in un momento di difficoltà politica ed economica oltre che di crisi morale del Paese, ha fatto spesso riferimento individuando nei suoi interventi il garante super partes necessario alla sopravvivenza del sistema costituzionale.
E poi il fatto che Napolitano sia un non credente e provenga dalla tradizione comunista e del socialismo europeo, dà alla celebrazione un tono particolare che, forse, non sarebbe stato possibile con un Capo dello Stato di formazione cattolica. Nei giorni scorsi l'Osservatore romano ha diffuso documenti inediti nei quali si dimostra che Pio IX aveva dato ordine di non opporre una vera resistenza militare ai bersaglieri alle porte di Roma, ma la sua richiesta non fu rispettata dal comandante delle truppe pontificie che si batterono e furono sconfitte.
Episodi che non possono cambiare il giudizio storico sull'ultimo "Papa re", ma dimostrano la volontà di una nuova conciliazione da parte vaticana. Anche perché la Chiesa si è espressa più volte a favore delle celebrazioni per i 150 anni dell'unità d'Italia sostenendone il messaggio per l'oggi. «L'unità del Paese - ha detto il cardinale Bagnasco - va preservata anche all'interno di un'eventuale riforma federalista; nella divisione non c'è prosperità e crescita per nessuno». Da qui la rivalutazione e la beatificazione di Antonio Rosmini, cattolico liberale moderato dell'Ottocento, che guardava con favore al processo risorgimentale.

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