Ora Bonino-Polverini pari sono. Ma la sinistra mette la freccia

E il sorpasso c'è stato. Almeno nelle intenzioni di voto. Il centrosinistra nel Lazio, infatti, era partito indietro ma ora è avanti di una incollatura sul centrodestra. E, quanto ai candidati, Emma Bonino e Renata Polverini sono in perfetta parità: 49,5 per cento.
Difficile dire, allo stato, quanto le due candidate stiano regalando in termini di voti alle rispettive coalizioni. Ciò che è certo, però, è l'ottimo risultato che sarebbe in grado di ottenere la lista dei radicali, accreditata di un 6,5 per cento delle preferenze. Se così fosse, significa che sarebbe in grado di contribuire in modo determinante al risultato del centrosinistra.
Dunque, a un paio di settimane dal voto l'esito della corsa alla successione di Piero Marrazzo torna ad essere più che mai imprevedibile. A dirlo è una ricerca curata dall'Istituto Piepoli per conto del Riformista, dalla quale emerge un quadro sorprendente rispetto alle rilevazioni che erano state diffuse sinora. Già, perché fino a qualche settimana fa il centrodestra era in vantaggio sul centrosinistra così come la Polverini era in vantaggio sulla Bonino. Ebbene, in questo momento quel doppio vantaggio - quello politico, relativo alle liste, e quello calibrato sul personaggio, relativo alle due candidature sembra svanito.
La partita, insomma, è ora decisamente aperta. E sarà dura per il Pdl giocarsela senza la propria lista sulla scheda elettorale. Il numero chiave, per ora, è: 49,5. Quella è la percentuale delle preferenze che ciascuna delle due candidate raccoglierebbe se si votasse in questo momento. Diversa la situazione delle intenzioni di voto se riferite alle liste. In questo caso, infatti, il centrosinistra, seppure di poco, prevale: 50 per cento contro 49,5 per cento.
E, se nel centrosinistra si fa notare il risultato dei radicali, il centrodestra farebbe registrare un arretramento di qualche punto percentuale rispetto alle ultime consultazioni elettorali. Va detto, però, che sulla interpretazione del dato del centrodestra si può già dare per certo che si aprirà una lunghissima vertenza interna, se è vero che sulla scheda elettorale mancherà il simbolo del Pdl e ci sarà soltanto quello della lista riconducibile direttamente alla Polverini.
C'è, poi, un altro dato non scontato e che conferma come la candidatura della Bonino sia stata azzeccata. Infatti, il 97 per cento degli intervistati afferma di conoscere la candidata del centrosinistra mentre a conoscere la Polverini è soltanto l`87 per cento.
Stesso discorso vale per la fiducia riposta nelle due candidate: 49 per cento alla radicale, 42 per cento alla sindacalista.
Infine, risulta una certa insoddisfazione per l'operato della precedente giunta regionale (54 per cento contro un 35 per cento di soddisfatti) e la sensazione tra gli elettori che il problema principale della regione sia la disoccupazione. Curioso; perché se è così, la Polverini - che è una sindacalista da sempre alle prese con le questioni del lavoro - dovrebbe essere molto avvantaggiata, anche perché la giunta uscente è di centrosinistra. Eppure, i numeri smentiscono questo ragionamento. Ciò significa che c'è qualcosa che ha bloccato la corsa della candidata del centrodestra. E, se si ricorda che fino a qualche settimana fa quella corsa sembrava molto più spedita, si può ragionevolmente ritenere che l'intoppo sia riconducibile al pasticcio che il centrodestra ha combinato sulle liste elettorali.
Rispetto ai sondaggi pubblicati nei giorni scorsi, spicca anche il dato sulla sanità: quasi un elettore su quattro la ritiene il problema principale a livello regionale. Dunque, sembra avere ragione Silvio Berlusconi ad essere preoccupato. Questo spiega la foga del Cavaliere e il cambio di passo imposto alla campagna elettorale, trasformando anche questa consultazione in una sorta di referendum su se stesso, seppure non candidato: la parola d'ordine è attaccare a testa bassa, sostenendo che la colpa è degli altri, giudici o radicali che siano,.
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